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Ancelotti concede una seconda chance e il suo Napoli non lo tradisce

Partita vinta negli spogliatoi, con il tecnico che rimette in campo chi ha deluso a Milano. L’abbraccio con Insigne è la foto della serata. E del nuovo Napoli

Ancelotti concede una seconda chance e il suo Napoli non lo tradisce

Partita vinta negli spogliatoi

Napoli-Sampdoria (finita 3-o) viene vinta negli spogliatoi. Quando Carlo Ancelotti decide di dare fiducia agli uomini che più avevano fatto discutere a Milano nella serataccia di Coppa Italia. Il tecnico – neononno – li ha rimessi al loro posto. Maksimovic al fianco di Koulibaly, sia pure contro un avversario temibile come Quagliarella. Allan in mediana, al fianco del ritrovato – sotto tutti i punti di vista – Hamsik. E Lorenzo Insigne in attacco. Il turn over stavolta non c’è stato. Ancelotti ha voluto concedere ai calciatori la prova d’appello. Affinché dimostrassero, innanzitutto a lui, che non si era sbagliata nell’analisi del post-partita. È stata una giornata storta, peraltro decisa da due episodi.

Due gol in novanta secondi

Due episodi come quelli che a metà primo tempo cambiano Napoli-Sampdoria. Due gol in novanta secondi. Il primo di Milik che ha appoggiato in rete un perfetto cross rasoterra di Callejon splendidamente imbeccato da Hamsik che ha ripreso il compasso e ha giocato un primo tempo da applausi. Il polacco si porta 12 reti nella classifica marcatori. Ma il meglio, per dirla alla Mazzarri, deve ancora arrivare. Ed è il raddoppio di Insigne, dopo sessanta secondi, con una splendida girata di destro che va a morire sul secondo palo. Stessa porta, stesso angolo in cui segnò l’ultima rete. Tre mesi fa, il 6 novembre. Il rigore segnato a Buffon in Champions.

L’immagine della serata

La corsa liberatoria di Insigne e soprattutto l’abbraccio con Ancelotti sono l’immagine della serata. Ha avuto ragione Carletto. Del resto è dall’inizio stagione che scommette su Lorenzo. Averlo spostato nel ruolo di seconda punta, o sottopunta, è la più importante rivoluzione tattica assieme al 4-4-2. L’esultanza di Insigne rende l’idea della sofferenza di questo calciatore che improvvisamente si è ritrovato dalle prime pagine agli articoli sul malessere che si era impossessato di lui.

In questa giornata di ritorni non può mancare il passaggio su Marek Hamsik che gioca un primo tempo sontuoso. Illumina gran parte delle giocate del Napoli. Come in occasione del primo gol. Sembra una di quelle macchine sparapalloni, ne gioca tanti e le piazza dove vuole. Le sirene del mercato continuano a parlare di lui. Si vocifera che potrebbe addirittura partire per la Cina a febbraio.

Vanno menzionate, nella ripresa, due incursioni di Koulibaly che avrebbero meritato miglior sorte. Da difensore centrale a volte si trasforma nel Facchetti che fu. E nel finale Verdi trasforma il rigore.

Quel che importa è che il Napoli si è immediatamente risollevato dopo Milano una delle più sconfitti più pesanti della stagione, forse la prestazione più brutta della gestione Ancelotti; anche perché arrivata dopo sette mesi di lavoro e in una competizione – la Coppa Italia – che era uno degli obiettivi stagionali.

La squadra dimostra di non mollare il campionato, anche se le distanze – sia dalla Juve (11) sia dall’Inter (8) – potrebbero provocare qualche distrazione. Il Napoli regala anche momenti di accademia. Mette in mostra cavallo pazzo Zielinski calciatore su cui Ancelotti quest’anno ha investito tanto. Piatek resta un brutto ricordo. Il record di Quagliarella se ne farà una ragione.

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