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Sconcerti: «Napoli big d’Europa, ma schiacciato dal Liverpool»

«Il Napoli ha giocato benissimo nel girone di Champions, ma contro i Reds è stato surclassato per intensità di gioco. È la differenza tra il nostro calcio e quello europeo».

Sconcerti: «Napoli big d’Europa, ma schiacciato dal Liverpool»

Il commento sul Corsera

Mario Sconcerti analizza la (nuova, o mai finita?) crisi del calcio italiano dopo l’orribile settimana del calcio europeo. Secondo l’editorialista del Corsera, il problema palesato in questi ultimi giorni «è anche più serio rispetto all’Italia fuori dai Mondiali, perché ha fermato un intero movimento, tutti compresi. Vedendo la Juve, vedendo tratti di Napoli e Inter, vedendo l’ultima Italia di Mancini, veniva da pensare che il tunnel fosse finito. Non è stato così».

Anche la Juventus non viene esentata da critiche: «Anche i bianconeri hanno deluso. La grande squadra non dipende dalle motivazioni, gioca meglio e batte i piccoli avversari, altrimenti manca
qualcosa. La differenza tra il nostro calcio e la Champions viene proprio dalla Juve: 14 vittorie e un pareggio in Italia. Due sconfitte in 6 partite in Europa. Si può tentare una spiegazione comune? È tornato avanti il calcio inglese, in difficoltà negli ultimi anni. Questo ha tolto un po’ di spazio a tutti. Il tratto principale, quello dove mi sembra siano mancate le squadre italiane, è stato però quello fisico. In Europa si corre e si colpisce di più. Questo porta continuamente più giocatori in area, favorisce gli anticipi».

Da questo punto di vista, il Napoli è una proiezione importante del nostro calcio: «Il Napoli è stata la squadra migliore di questo turno, ha un suo livello europeo certo, ma è stata schiacciata dagli inglesi nel recupero del pallone. Non passavano mai più di due metri tra la palla persa e il suo ritorno. Mancano soprattutto agli italiani forti riferimenti tattici. Si sono esaurite tutte le scuole, da quella difensiva al tiki taka; quella olandese è in difficoltà perché ormai si corre molto di più, difficile reggere. E mancano i giocatori che sappiano risolvere da soli. Siamo tornati a un gioco proposto più che attuato, una specie di confusione isolata in cui si vive di sorprese».

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