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Gazzetta: «Caos Var, alla Juventus un rigore che non c’è»

La cronaca arbitrale della rosea: «Giusto fischiare il fuorigioco di Saponara, forzato il penalty assegnato ai blucerchiati. C’è un problema col Var e i falli di mano».

Cronaca (arbitrale) di Juve-Samp

Juventus-Sampdoria è stata una partita (un’altra partita) ricca di polemiche arbitrali. Anzi, di polemiche Var. L’arbitro Valeri ha consultato per tre volte il monitor a bordo campo, e per tre volte ha deciso praticamente il risultato. Alla fine della fiera, le scelte del direttore di gara sembrano essere in equilibrio. Ma “qualcosa non Var”, scrive la Gazzetta. Vediamo perché.

«Il primo rigore concesso alla Sampdoria: al 31’ l’arbitro va a bordo campo a rivedere un mani in area di Emre Can, che punisce con un calcio di rigore per la Sampdoria. Il giocatore bianconero salta a testa bassa, con l’intenzione di colpire il pallone di testa. Il braccio sinistro non viene mosso  intenzionalmente verso il pallone, ma è effettivamente abbastanza largo, tale da costituire per il direttore di gara un maggior ostacolo alla traiettoria del pallone.È una decisione molto forzata, ma con qualche base nel regolamento. Al 17’ della ripresa, altro mani, stavolta del doriano Ferrari, altra review suggerita da Maresca, altro rigore assegnato da Valeri, stavolta alla Juventus: in questo caso più che una forzatura si tratta di un errore. Il tocco è decisamente involontario e il braccio di Ferrari è aderente al corpo».

Il gol annullato alla Samp

Infine, il 2-2 di Saponara in pieno recupero, cancellato per fuorigioco. Leggiamo: «Saponara è effettivamente oltre la linea sul tocco del compagno di squadra Defrel, sebbene la palla venga deviata dallo juventino Alex Sandro, il cui gesto però non è una giocata né sembra avere l’intenzionalità che regolarizzerebbe la posizione dell’avversario. In questo caso, dunque, decisione corretta. Pur tra mille polemiche».

Bene. Questa è la pura cronaca, a firma di Alessandro Catapano. Che poi, nella pagina dei commenti, chiarisce la sua posizione in merito all’utilizzo dello strumento tecnologico. «Non abbiamo più certezze, se non che la squadra di Rizzoli, sebbene col passare delle giornate meno timida nel ricorrere alla tecnologia (ieri finalmente un numero di chiamate all’altezza), sta mancando l’obiettivo fissato dal designatore a inizio stagione. L’”uniformità”è lontana e non si registrano passi in quella direzione. Anzi, sulla Var la confusione continua e nella squadra arbitrale sembrano saltati gli schemi. E come in ogni crisi che si rispetti, la responsabilità è di tutti, dei politici e dei tecnici, di chi designa e di chi va in campo».

«L’interpretazione dei falli di mano, per come si è evoluta (o involuta) fin qui, lo dimostra perfettamente: prima rigori solo se volontari, poi tutti rivedibili alla Var, ora quasi tutti rigori. L’intenzionalità non conta più, dicono, ora va di moda la “colposità”. Ma che vuol dire esattamente?».

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