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Il Fatto: Supercoppa in Arabia Saudita, fatturato batte etica

Juventus-Milan si giocherà il 16 gennaio a Gedda, pochi giorni fa un dissidente saudita è stato ucciso. I retroscena del contratto tra la Serie A e Ryad.

Il Fatto: Supercoppa in Arabia Saudita, fatturato batte etica

Dopo un omicidio politico

Il Fatto Quotidiano in edicola questa mattina racconta una storia ricca di retroscena sulla Supercoppa Italiana. Il match tra Juventus e Milan si giocherà a Gedda, in Arabia Saudita. E qui si pone un problema etico abbastanza serio, dato che da quelle parti si è recentemente consumato un omicidio politico, è stato ucciso uno dei dissidenti del regno di Ryad (il giornalista e scrittore Jamal Khashoggi). Dietro il contratto firmato dalla Lega con Abdel Muhsin Al-Asheikh, il capo di General Sports Authority – una struttura statale creata da re Salman -, ci sarebbero interessi che vanno molto al di là del calcio. E che in qualche modo “costringono” il nostro calcio a non prendere le distanze da un regime tra i più repressivi al mondo.

Leggiamo: « Il muro invalicabile che impedisce finanche la riflessione è il solito muro di denaro, rapporti, appalti. E va oltre il contratto – circa 21 milioni di euro per tre edizioni di Supercoppa – firmato dalla Lega. Il Milan tace impettito perché s’attiene – la formula non è casuale né banale –agli ordini dei vertici supremi della Lega. La Juve che è sempre della famiglia Agnelli, e arruola tra dirigenti e consiglieri una sparuta truppa di dubbiosi, è una società quotata in Borsa con una geopolitica complessa. Pure la Signora, la protagonista più scettica della vicenda, s’attiene agli ordini dei vertici supremi di Lega. E anche il servizio pubblico Rai, strattonato dai sindacati interni che invocano la sospensione del vincolo con la Lega che obbliga Viale Mazzini a trasmettere la partita del 16 gennaio, s’attiene agli ordini di eccetera, eccetera».

Il ruolo di Ferrovie dello Stato

Solo che la Lega non dà indicazioni, non si schiera, non suggerisce quale estrada prendere. Anche perché, a sua volta, deve fare i conti con problemi diplomatici ed economici di livello più alto. Leggiamo ancora: «L’ambasciata italiana a Ryad ha esortato la Lega a non irritare gli amici sauditi, così generosi con la nostra Italia. Il patto con Ryad impone alla Lega di trasferire dai sauditi il circo della Supercoppa tre volte nei prossimi cinque anni: in teoria, il match di gennaio potrebbe saltare, se davvero ci fosse intenzione di segnalare un disagio. Invece no. Le tribune dello stadio King Abdullah – totale di 62.241 posti – vanno riempite per dimostrare in diretta mondiale l’efficienza di Salman e figli. E l’Italia s’adegua. È di settembre una commessa di 2,9 miliardi di dollari a Ferrovie, in un consorzio con Ansaldo e Alstom, per la gestione della metropolitana di Ryad. È sempre in vigore l’accordo tra Rmw Italia, società del gruppo tedesco Rheinmetall Defence con basi in Sardegna, che da anni fornisce bombe ai sauditi».

Insomma, gli interessi e il fatturato posti davanti all’etica. Juve-Milan durante la sosta di campionato, in Arabia Saudita. Per la prima volta di tre garantite da un contratto che lascia margini di manovra, ma solo in apparenza. Dietro ci sarebbe tanto altro.

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