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La lettera di Alice a Repubblica: «Cara Juve, cosa ti sdegna se non l’accusa di stupro a Ronaldo?»

«Per la Juventus le accuse di stupro non modificano l’opinione, professionale o personale che sia, su Cristiano Ronaldo?».

La lettera di Alice a Repubblica: «Cara Juve, cosa ti sdegna se non l’accusa di stupro a Ronaldo?»

La rubrica di Concita De Gregorio

In tanti hanno criticato i tweet pubblicati dalla Juventus a difesa di Cristiano Ronaldo. Giusto per restare alle testate più autorevoli, citiamo Sports Illustrated e TIME. Oggi, però, ci ha colpito una lettera inviata da Alice, architetto 27enne, alla redazione di Repubblica. Il quotidiano romano ha deciso di pubblicarla nell’ambito della rubrica di Concita De Gregorio.

Queste le parti più significative: «Non è mio interesse entrare nel dibattito colpevole-innocente, non è Ronaldo l’oggetto del mio scrivere. Io sono di Torino e si sa, a Torino, la Juventus, vale più di mille altre cose (per molti vale più di qualsiasi altra cosa), trovo quindi inaccettabile la sua presa di posizione. La Juve, il 4 ottobre, liquida il tutto con due tweet. Il primo di elogio: “Ronaldo ha dimostrato in questi mesi la sua grande professionalità e serietà, apprezzata da tutti alla Juventus”. Fin qui nulla di strano, si può pensare che il tempismo non sia il migliore ma tralasciamo. Il secondo mi gela il sangue: “Le vicende asseritamente risalenti a quasi 10 anni fa non modificano questa opinione, condivisa da chiunque sia entrato in contatto con questo grande campione”. Qui ci vuole una pausa per riprendere fiato, ho dovuto rileggere più volte».

L’esempio di Kevin Spacey

Il punto toccato da Alice riguarda una frase: “non modificano questa opinione”. Ecco il suo pensiero: «Ma come non modificano? Per la Juventus lo stupro non modifica l’opinione, professionale o personale che sia, su una persona? Non dicono “per noi non è successo, quindi non è modificata la nostra opinione”; dicono “le vicende non modificano l’opinione”, che siano successe o no, per noi è uguale. Juve, quali sono quindi i fatti che ritenete degni del vostro sdegno? Non faccio volentieri paragoni tra l’Italia e gli altri Paesi. Ma come si può non pensare all’abisso che ci separa in questo caso? Pensate a Kevin Spacey dopo le accuse di molestie: annullamento dei contratti, licenziato dalla serie (di enorme successo) di cui era protagonista, tagliato dalle scene di un film in produzione e il suo ultimo film ha incassato, nel giorno di lancio, 126 dollari (non ho dimenticato degli zeri)».

«Qui invece, un calciatore accusato di stupro viene elogiato dalla propria società sportiva e la ragazza denigrata. Trovo che questa impostazione possa avere risvolti devastanti su tutte le vittime di violenza. Com’è possibile, dopo l’umiliazione, il dolore e la paura di uno stupro, trovare la forza di denunciare se si ipotizza (anche solo lontanamente) di essere travolti da accuse, insulti e di non essere creduti?».

La lettera si conclude così: «Se poi fosse possibile esprimere un desiderio, oltre alle scuse pubbliche della Juventus, vorrei che mai fosse più ammessa una mancata presa di posizione non soltanto per lo stupro (che credevo assodato) ma anche verso tutte quelle molestie più o meno gravi e a tutto questo sessismo che subiamo ogni giorno, in ogni situazione ed anche (forse soprattutto) sul posto di lavoro»

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