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L’ex arbitro Marelli: «Gavillucci retrocesso per inadeguatezza, Sampdoria-Napoli non c’entra nulla»

Marelli ripercorre l’iter tecnico e giuridico che ha portato alla dismissione del fischietto di Latina: «Il match di Marassi era un contentino».

L’ex arbitro Marelli: «Gavillucci retrocesso per inadeguatezza, Sampdoria-Napoli non c’entra nulla»

Un’interpretazione

Oggi abbiamo scritto del caso di Claudio Gavillucci, arbitro di Serie A fino allo scorso anno oggi “retrocesso” nelle categorie regionali giovanili. Abbiamo riportato il dato di fatto per cui il fischietto di Latina ha diretto l’ultima partita nel massimo campionato lo scorso 13 maggio. Era Sampdoria-Napoli, e Gavillucci sospese il match per cori di discriminazione territoriale da parte dei tifosi doriani.

Da parte nostra, non c’era presunzione di ricondurre la decisione dell’Aia a quel particolare episodio. In molti, invece, hanno pensato alla teoria per cui l’Aia abbia voluto “penalizzare” Gavillucci per quella scelta. Un’idea smontata da Luca Marelli, ex arbitro e avvocato, sul suo blog.

Qui potete leggere l’articolo completo, noi vi riportiamo le parti essenziali: «Gavillucci dismesso perché osò sospendere Sampdoria-Napoli per cori razzisti: la potremmo definire l’ultima frontiera dell’informazione per deficienti se non fosse che, in questo modo, si sminuisce una vicenda che ha per oggetto valori fondamentali come la dignità personale, i diritti di legge, la trasparenza negli atti pubblici».

«La dismissione di Gavillucci – spiega Marelli – può sembrare incredibile, ma, in fondo, è semplicemente ciò che capita spesso ad arbitri dismessi dalle categorie nazionali. Anche il sottoscritto, dopo aver dovuto lasciare la massima categoria nazionale, per un breve periodo ha arbitrato nel CSI comasco, in sperduti campetti in terra battuta, spinto dalla passione per l’attività».

Il ricorso di Gavillucci

Marelli, dopo questa introduzione, spiega in maniera precisa il problema del ricorso di Gavillucci respinto dal primo grado e poi “rimesso in discussione” dalla Corte d’Appello Federale per un «difetto di contraddittorio». È una parte che ci interessa relativamente, perché gli aspetti più significativi – almeno per noi – riguardano i parametri della valutazione che ha portato alla “retrocessione” di Gavillucci. Le famose «motivate ragioni tecniche» alla base del provvedimento.

Marelli spiega che le graduatorie di merito compilate in base alle prestazioni degli arbitri non sono rese pubbliche dall’Aia. C’è un precedente di un altro arbitro che ha ricorso contro la dismissione, tale Giuseppe Greco, che ha contestato questa segretezza. La stessa cosa che ha fatto Gavillucci, che a sua volta sarebbe finito sempre agli ultimi posti di queste graduatorie, fino alla dismissione. Quindi, l’istanza presentata dall’arbitro romano non è contro la classifica e il suo ultimo posto,; piuttosto, contro i criteri con cui essa viene resa nota, fino alle decisioni applicative.

Ecco il punto in cui Marelli chiarisce questa sua visione: «Come abbiamo capito, dunque, Gavillucci non basa le sue contestazioni sulle classifiche di merito ma su principi ben più importanti e, ovviamente, non c’è alcun riferimento a Sampdoria-Napoli, gara strumentalizzata oggi per costruire una teoria complottare buona per sollevare l’indignazione di persone ben poco intelligenti».

Sampdoria-Napoli

La chiusura del pezzo di Marelli è dedicata proprio alla partita di Marassi. Leggiamo: «Quella gara e la momentanea sospensione non ha avuto alcun peso nella scelta di dismettere Gavillucci. Peraltro basterebbe avere un paio di neuroni funzionanti per rendersi conto che quella gara fosse quasi del tutto ininfluente ai fini del campionato. Alla 36esima giornata (due alla fine), la classifica era abbondantemente compromessa per la squadra di Sarri, quantomeno in chiave scudetto».

«La verità – conclude Mareilli – è che la gara di Marassi fu più o meno un contentino a Gavillucci, non a caso tenuto lontano dalle gare veramente importanti della giornata, non avendo raggiunto (e ciò è oggettivo) una sufficiente affidabilità per incontri di prima fascia».

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