ilNapolista

Condò: «Ancelotti, serenità nella tempesta: nessuno come Carlo, calmo e camaleonte»

«Solo Ancelotti poteva rispondere col sorriso a certe provocazioni, a certe situazioni, nel gelo dei rapporti col pubblico e l’elogio del sarrismo».

Condò: «Ancelotti, serenità nella tempesta: nessuno come Carlo, calmo e camaleonte»

Il commento sulla Gazzetta

Paolo Condò parla e scrive di Carlo Ancelotti, sulle pagine rosa della Gazzetta dello Sport. L’intervento dell’editorialista triestino racconta della calma del tecnico emiliano mentre intorno a lui il Napoli vive un periodo di forti tensioni, soprattutto nel suo rapporto con i tifosi.

Leggiamo: «Carlo Ancelotti è stato placido e sornione mentre il San Paolo si presenta al match con la Fiorentina con un probabile record negativo di pubblico. Inoltre, cresce il timore che alcuni sconsiderati provochino la squalifica dello stadio in Champions mentre il sindaco De Magistris e il presidente De Laurentiis sono arrivati a una tale rottura sulla questione stadio che il primo forse oggi andrà a vedere la partita fra gli ultrà mentre il secondo pianifica lo spostamento delle gare europee a Bari. E poi, in ultimo, la storia della Treccani, che inserisce “Sarrismo” tra i neologismi e consegna ad una giusta nobiltà l’opera del suo predecessore, ma fatalmente alimentando la nostalgia nei suoi confronti».

Calma piatta

Condò scherza: «Ce ne sarebbe d’avanzo per alzare entrambe le sopracciglia – la più scomposta delle reazioni conosciute di Ancelotti – e invece lui governa i marosi con una serenità da calma piatta».

Ne fa una questione di esperienza, Condò. Ma anche di calendario: «Ancelotti sa che vincere contro la Fiorentina non sarà facile. E dopo ci sarà Belgrado, altro posticino non proprio consigliato dalle guide turistiche. Gli riuscisse il colpo doppio, la squadra tornerebbe in linea di buon galleggiamento all’interno di un avvio stagione che il calendario ha reso punitivo (incombono poi due trasferte a Torino in campionato e le gare di coppa contro Liverpool e Psg). Se il Napoli dovesse arrivare a fine ottobre in salute, magari un po’ ammaccato ma saldo sulle gambe, la successiva discesa potrebbe essere rilassante e pure maligna, visto che toccherà ad altri inerpicarsi sulle peggiori pendenze».

Nessuno come lui

Secondo Condò, solo Ancelotti «poteva rispondere col sorriso a certe ovvie provocazioni. Mourinho se ne sarebbe andato furente, Allegri avrebbe perorato la causa della vittoria come fine ultimo, Carlo ha raccolto la sfida giustificando senza amarezza l’assenza di un “ancelottismo”. Se sei l’unico allenatore al mondo in grado di succedere sia a Mourinho (Real 2013) sia a Guardiola (Bayern 2016), e di vincere in entrambi i casi. Adattando il gioco trovato in tavola (in un caso carne rossa, nell’altro buffet vegano), è evidente il tuo camaleontismo».

È la forza del nuovo allenatore del Napoli, oltre ovviamente alla sua cultura del gioco. Condò conclude proprio così la sua analisi: «Oltre allo sfruttamento programmatico della rosa in tutta la sua profondità – principale discontinuità con Sarri – numerosi indizi portano a un uso più frequente del 4-2-3-1. In quest’ottica, la curiosità riguarda l’uomo cui affidare i compiti del “sotto punta”, come si dice oggi. A) una seconda punta come Mertens, leggera e sfuggente dietro l’ariete Milik? B) un solido incursore come Zielinski, il più «europeo» dei giocatori del Napoli? C) un recupero da trequartista di Insigne, che nella sua comfort zone mancina ha verosimilmente raggiunto il top,
ma al centro può migliorare ancora? D) il ripescaggio di Hamsik, magari sgravandolo da troppi lavori di copertura e facendo lavorare le due ali? Molto più divertente (e utile) scegliere fra queste quattro opzioni, che non fronteggiare le altre quattro. Vero Carlo?»

ilnapolista © riproduzione riservata