ilNapolista

Il Liverpool servirà ad Ancelotti per capire il Napoli (ricordando che è un’amichevole)

Un test importante, che però andrà pesato al di là del risultato: il Napoli sfida un avversario forte, e deve verificare a che punto è il proprio percorso.

Il Liverpool servirà ad Ancelotti per capire il Napoli (ricordando che è un’amichevole)

Il test match

Liverpool-Napoli, ci siamo. La squadra di Ancelotti è pronta a scendere in campo per il primo vero test match della sua stagione, per la prima partita che potrà dare – e darà – indicazioni chiare al nuovo tecnico azzurro. È un discorso di avversari, di qualità della prova: il Gozzano, il Carpi e persino il Chievo non rappresentano un esame in grado di dire tutta la verità su quanto vale e su quello che può fare il Napoli. Serve alzare l’asticella, serve aumentare il coefficiente di difficoltà. Il Liverpool è perfetto, da questo punto di vista.

Il blasone, ma anche il valore assoluto dell’organico di Klopp, oltre alla forza tattica del suo modello di gioco, offriranno risposte importanti ad Ancelotti. A chi guarda il Napoli, a chi vuole capire se questa squadra ha già spostato o può spostare un po’ i margini di sé stessa. Non è solo una questione di risultato, anzi entriamo dentro al senso di questo pezzo: il Napoli, oggi, non giocherà una partita da vincere. È un’amichevole, 90 minuti che permetteranno ad Ancelotti e al suo staff di verificare il proprio lavoro. Di correggerlo, nel caso. Di ampliarlo, qualora i dispositivi difensivi e offensivi, o magari la condizione fisica, risultassero indietro rispetto ai programmi. Il risultato sarà l’ultima cosa da cui farsi influenzare, anche perché in ogni caso sarebbe ingannevole. Un anno fa, un altro Napoli-Carpi era sul risultato di 1-1 al minuto numero 85′. E Napoli-Chievo, a Trento, terminò in parità. Sappiamo com’è andata a finire la stagione dopo due figure non brillantissime. Magari, due partite un po’ così permisero a Sarri di rivedere qualcosa nel suo impianto di gioco.

I finalisti di Champions League

Il Napoli affronta una squadra che, risultati alla mano, ha un valore assoluto maggiore. Ha meritato di arrivare in finale di Champions, ha eliminato Manchester City e Roma prima di soccombere al Real Madrid (in una partita ricca di episodi fuori dal normale, l’infortunio di Salah e le papere di Karius); ha acquistato Keita, Fabinho, Shaqiri e Alisson, ha mantenenuto l’idolo Salah in squadra; è candidata a un’altra annata da protagonista, grazie alla metabolizzazione sempre più compiuta del gioco di Klopp; comincerà il campionato nel prossimo week-end, quindi è più avanti nella preparazione.

Nessuna attenuante, ma giusto per dare la giusta definizione del contesto: il Napoli giocherà per capire sé stesso, per verificare come sta proseguendo il lavoro che Ancelotti ha iniziato a Dimaro. Metterà alla prova i suoi difensori contro attaccanti più forti, i suoi attaccanti con avversari più veloci, più prestanti, più reattivi. Non dovrebbe giocare Callejon, Diawara è ancora incerto, come Koulibaly influenzato. Ma il punto non sono le assenze, il punto è capire se questa rosa ha assimilato i concetti che le sono stati somministrati. Se è pronta a giocare un calcio di qualità, anche di dominio e possesso, contro un avversario di livello superiore. E se questo approccio può o meno essere redditizio.

Milik

Please, niente isterismi. Neanche per l’osservato speciale, per quell’Arek Milik appena entrato nel mondo-Napoli e già costretto a fare la differenza. A scacciare i fantasmi del calciomercato. Sì, anche noi abbiamo scritto di come l’attaccante polacco abbia offerto una prestazione anonima contro il Chievo. Ma è vero pure che c’erano e ci sono motivazioni valide per spiegare il suo ritardo di condizione. Non è che cinque giorni dopo Milik possa essere diventato il centravanti perfetto per il Napoli di Ancelotti. Può essere progredito, ma un’altra partita da zero gol e zero tiri non deve far scoppiare le paranoie.

Per questo tipo di valutazioni, il Napoli ha uno staff preposto e un tecnico che si chiama Carlo Ancelotti. Nel suo stipendio, c’è la responsabilità di dire/spiegare/far capire a chi di dovere se questa rosa è all’altezza, oppure no. Comincerà a vederlo oggi, in un test probante ma non decisivo. Per nessuno, neanche per Milik. Siamo solo all’inizio di un percorso, ragionare come se fossimo vicini alla fine è una cosa fuori dal mondo. Fuori dal tempo. Liverpool-Napoli è una prestigiosa amichevole, nulla più. Importante, certo. Ma come test in itinere, chi ha frequentato l’università ha un’idea di cosa parliamo. Gli esami, quelli veri, arriveranno solo dopo.

ilnapolista © riproduzione riservata