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“Il Napoli di Ancelotti funziona meglio senza i titolarissimi”

L’aspetto più evidente del trittico di amichevoli, evidenziato anche dai resoconti di Gazzetta e Repubblica.

“Il Napoli di Ancelotti funziona meglio senza i titolarissimi”

Il trittico di amichevoli

È forse l’aspetto più evidente del trittico di amichevoli estive del Napoli: gioca meglio senza i titolarissimi; con le potenziali riserve, o comunque con quei giocatori che fino allo scorso erano considerati panchinari fondamentalmente fissi.

Scrive la Gazzetta:

Sarà stata una coincidenza, ma il miglior Napoli ammirato in questa mini tournée europea è stato quello visto a San Gallo, nell’amichevole col Borussia Dortmund, quando in campo Ancelotti ha schierato le seconde linee.

Scrive Repubblica:

Se abbattere il dogma dei titolarissimi, e la fissità delle immutabili formazioni di Sarri, era una delle ragioni per cui è stato chiamato Ancelotti, almeno quella ha avuto soddisfazione: nell’amichevole di Wolfsburg contro la squadra della Volkswagen, l’unico pezzetto di Napoli decente è stato quello della prima metà della ripresa, senza Insigne ma con Verdi, senza Callejon ma con Mertens, senza Zielinski ma con Allan (e poi, dall’ora di gioco in avanti, senza Hamsik ma con Diawara e senza Ruiz ma con Rog), cioè con le tre o quattro alternative più prestigiose a incalzare i tre o quattro titolari più in bilico, incluso Insigne che sembra, di tutti gli attaccanti, quello che fa più fatica ad adattarsi alle varianti che Ancelotti sta proponendo.

Il Napoli migliore lo si è visto contro il Dortmund e ieri sera a Wolfsburg nel secondo tempo, fino all’uno-due difensivo.

Repubblica prosegue nell’articolo a firma Emanuele Gamba:
Il Napoli è in una fase di transizione, le tracce rimanenti di sarrismo sono evidenti ma l’evoluzione verso il nuovo è ancora farraginosa, cosicché la squadra non ha una connotazione riconoscibile ( l’ha avuta solo in quel pezzetto di cui abbiamo detto) e all’occhio saltano perlopiù i difetti, che vanno dai guasti di una difesa sempre in difficoltà se attaccata sugli esterni ( i gol del Wolfsburg sono arrivati tutti da palle basse fatte viaggiare dalla destra verso il centro dell’area) alla monotonia di un centrocampo che non ha il cambio di passo a meno che non ci sia Allan, che appena è entrato l’ha dato a forza di strappi e di iniziative dritto per dritto. Fabian Ruiz è bravo, ha tempo e sostanza nei contrasti e sveltezza di idee, ma sembra ancora appesantito e un po’ spaesato (è normale), però il vero problema del Napoli è verticalizzare: non lo fa, non vuole o non riesce a farlo.
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