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Verdi al Corsera: «Non dimenticherò la telefonata di Ancelotti. Non cedo il numero 9»

Intervista al Corriere: «So che è una maglia pesante. Ancelotti è una specie di icona. Insegna calcio come Sarri, ha una mentalità più aperta»

Verdi al Corsera: «Non dimenticherò la telefonata di Ancelotti. Non cedo il numero 9»

«Le punizioni preferisco batterle col sinistro»

Simone Verdi al Corriere della Sera comincia così: «Il numero 9 non lo cedo». A prescindere dal centravanti che potrebbe arrivare. «So che è una maglia pesante ma sono convinto di poterla onorare al meglio». Qualche mese fa, a gennaio, rifiutò il trasferimento («Donadoni mi disse: “sei uno stupido a non andarci”»).

Della telefonata con Sarri non parla, di quella con Ancelotti sì. «Fu una telefonata che difficilmente dimenticherò. A partire dallo squillo e al suo: ciao, sono Carlo Ancelotti. Sono cresciuto nelle giovanili del Milan e Ancelotti è una specie di icona. Si svelò subito come la persona che poi ho conosciuto a Dimaro: semplice, simpatica, autorevole ma umile nell’approccio. Non è l’allenatore che dice si fa come dico io, sa però bene come farci muovere in campo».

L’immancabile paragone con Sarri: «In campo entrambi insegnano calcio ma Ancelotti ha una mentalità più aperta, più espansiva». Dichiara che le punizioni preferisce batterle col sinistro. E che vivrà a Napoli.

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