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Caro Di Francesco, la resilienza non è quella della Juventus

In Italia i bianconeri sono come il Recco nella pallanuoto, non subiscono alcun tipo di shock da anni

Caro Di Francesco, la resilienza non è quella della Juventus

Un modello

Leggo su “la Repubblica” del 9 marzo (Fabrizio Bocca, Di Francesco, paragone tabù “Impariamo da questa Juve”) che Eusebio Di Francesco, l’allenatore della Roma, ammira la resilienza della Juventus. E ha dichiarato che “La resilienza dei bianconeri è un modello”.

La resilienza, tanto per capire di che si parla, è la capacità di un materiale di resistere a urti improvvisi senza spezzarsi e di riprendere la sua forma originaria. Naturalmente non tutti i materiali hanno questa possibilità e non tutti allo stesso modo. Ma se il “materiale” è quello umano e, quindi, dal campo della fisica si entra in quello delle scienze sociali, che cosa succede agli esseri umani dopo uno shock traumatizzante? Ai calciatori di una squadra e ai suoi tifosi dopo una sconfitta o, comunque, un risultato diverso dalle aspettative?

Le reazioni sono diverse; la ricostituzione dello stato originario (la resilienza) avviene in modi e tempi diversi e consiste nella capacità di affrontare le avversità, superarle e uscirne trasformati o addirittura rafforzati.

Nel caso della Juventus sarebbe la capacità di riprendersi dopo uno shock. Uno shock? Ma, scusate, scusi signor Di Francesco, quando avrebbe subìto uno shock la Juve? Se proprio vogliamo parlare di resilienza la verificherei per le squadre i cui calciatori stesi in area da difensori juventini hanno inutilmente invocato un rigore prima di essere scioccati dal diniego arbitrale. Volendo restare in casa nostra la resilienza del Napoli è la ripresa dello stato originario di squadra e tifosi dopo il ‘tradimento” di Gonzalo Higuain detto il pipita, e lo scippo (peraltro molto ben pagato) della Juventus.

La Fiorentina

Resilienza è quella della squadra di calcio della Fiorentina che ha drammaticamente perso il suo capitano.

Resilienza è quella del signor Claudio Lotito presidente della Lazio calcio che in 24 ore ha perso all’ultimo secondo la partita con la Juve (favorita anche da un rigore non concesso ai laziali) ed è stato trombato alle elezioni politiche.

Questa è la resilienza. Ma con i chiari di luna che caratterizzano i problemi dell’ambiente planetario da un po’ di tempo si comincia realisticamente a parlare anche di adattamento. Adattamento a certe situazioni subite le quali non c’è resilienza che tenga.

Come il Recco nella pallanuoto

È un po’ l’osservazione che, con parole diverse, fece qualche anno fa Buffon, il portiere della Juventus, quando disse che vi sono squadre che quando giocano con la Juve “si scansano”. Come dire che, perso per perso data la forza di questa squadra torinese è inutile farsi male: meglio adattarsi alla situazione e pensare alla partita successiva.

È questa, da anni, la situazione del nostro campionato di calcio di serie A.

Mica solo nel calcio: anche nella pallanuoto la squadra ligure del Recco è tanto forte che è praticamente impossibile pensare di arrivare primi nella classifica finale. Allora? Allora non bisogna rassegnarsi come coraggiosamente ripetono i giocatori del Napoli; prendere atto della situazione non significa  giocare per lo scudetto delle seconde. Poi? “Giorno verrà, presago il cor mel dice…”

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