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Maran: «Anche noi come il Napoli di Sarri: possiamo perdere, ma non cambiamo»

L’intervista di Rolando Maran a Repubblica alla vigilia di Chievo-Napoli: «Il Napoli ha una grande capacità di recuperare palla appena dopo averla persa».

L’intervista a Repubblica

«Anche noi inseguiamo l’obietttivo tramite il gioco». È una delle frasi che Rolando Maran, tecnico del Chievo, ha impresso su carta durante l’intervista a Repubblica. Una bella intervista, che parte dal presupposto del “Davide contro Golia” di domani, Chievo contro Napoli, e Maran contro Sarri. Tecnici con analogie, squadre molto (e necessariamente) diverse che provano a seguire la stessa stella cometa. Lo spiega ancora meglio, l’allenatore veneto: «Possiamo perdere, ma non mutiamo il Dna. Vengono fuori partite divertenti. Anche se ultimamente si sono divertiti gli altri…». Ultimi risultati dei gialloblu: il derby vinto 3-2 e poi due 1-4 contro Sampdoria e Milan.

Anche perché poi anche Golia può diventare Davide. Il Napoli, per esempio, ha affrontato il Manchester City: «I complimenti di Guardiola al Napoli sono sinceri. Ho conosciuto Pep, cenato con lui e passato ore a parlare di calcio. L’Europa è un campionato a parte, il Napoli ha difeso la sua identità per quasi tutta la partita e i complimenti se li è meritati. Piacerebbe anche a me sfidare Guardiola. La squadra di Sarri ha una grande capacità di recuperare palla appena dopo averla persa. In pochi secondi scatta un meccanismo aggressivo, quella fame che di solito leggi negli occhi delle provinciali. Poi, certo, la frequenza e la velocità dei passaggi. Ma la voglia di riprendere il pallone è pari a quella di far gol».

Altre analogie con Sarri e Inglese-Milik

Il tecnico del Napoli bancario, Maran ragioniere nell’azienda di famiglia, pitture e rivestimenti isolanti. «No, troppo romanzato. Ci lavoravo d’estate, come garzone. Portavo i panini agli operai. Ma poi ognuno si sceglie la strada che vuole. Il primato di Sarri è un premio a un’intera generazione di allenatori che, come me, hanno fatto una lunga gavetta. Ho avuto tre esoneri, e due volte su tre sono stato richiamato. E anch’io a inizio carriera per allenare in Primavera avevo bisogno di un tutore: Bresolin, responsabile del vivaio del Cittadella. Bisogna dare anche a chi non è stato un grande calciatore la possibilità di accedere ai corsi, di portare le proprie idee, confrontarsi sul campo».

Inglese e Milik: «Ho scelto di lasciare Roberto tranquillo, parliamo il meno possibile del Napoli. La sua posizione contrattuale non inciderà sulle mie scelte. Si allena da professionista, è
concentrato, si presenta al campo ogni giorno con la voglia di migliorarsi. È un centravanti completo, ma deve essere più egoista, lavorare per i gol, non pensare solo alla squadra. Su Milik non rispondo».

 

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