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Roma-Napoli 0-1, nel nome di Ciro Esposito

La serata particolare, da Immobile a Mertens. Il pensiero non può non andare all’altro Ciro che quella sera all’Olimpico non ci arrivò mai

Roma-Napoli 0-1, nel nome di Ciro Esposito

Il primo è Immobile

Nel nome di Ciro, perché la vita è tonda, è un meraviglioso cerchio che non fa uscire nulla, e ripropone a tempo debito ogni cosa. Nel nome di Ciro, all’ora della frenesia, del sabato pomeriggio napoletano, quello delle corse, dei WhatsApp impazziti “ma stasera allo’?” In quel preciso istante in cui ti piglia il sonno pure dopo svariati caffè, il primo Ciro stende la boria bianconera. Affossa Barzagli, tre scatti indietro e brucia Buffon. Palla a centro e rigore. Due ad uno ed il primo Ciro passa alla casa e riscuote la giornata guadagnata.

Il secondo è Mertens

Il sabato sera avanza, con nella pancia ancora la morsa adrenalinica di tale Strakosha che come Berisha converte il balon de oro in piedino d’argilla. La cena è rapida, Vialli è più nero di Cesari, e a tavola si discute del mal di trasferta che affligge il Napoli, e cala l’ansia. Marchegiani è carico, la Curva sud canta quei cori ed Insigne segna, normale, senza giro. 0 1. L’altro Ciro, Mertens lotta e si danna, Jorginho prende in giro Ventura e Sarri scrive. Dominio, tanto che Totti in tribuna è spaesato: “Ao nemmeno quando ne prendemmo sette a Manchester, la toccammo così poco!”.

Il terzo Ciro è lui che all’Olimpico mai arrivò

Poi però, il cerchio decide che ci deve entrare un altro ricordo (mentre Nedved ed Allegri si interrogavano sulle differenze tra triangolo Isoscele ed equilatero) dunque fa capitare sullo stesso palo, nella stessa porta, l’unica occasione giallorossa, che Reina come un anno fa, neutralizza da fenomeno. Casualità? Fortuna? Nel nome di Ciro, quel Ciro che all’Olimpico mai ci arrivò quella sera, e mai è stato salvato da una giustizia maleducata, ma che la sua vita l’ha data per difendere quella maglia, quella porta, quella rete, e per una volta lasciateci pensare che sia stato lui, come la scorsa volta, quel fiato che è passato dal guanto di Pepe al palo.

Nel nome di Ciro, nel segno coraggioso della madre, nel silenzio della giustizia, nel nome di una leggenda, che comunque vada a Maggio, si racconterà e ritornerà, quando il cerchio della vita la ripresenterà a chi la sta vivendo. Roma Napoli 0 1

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