I gialloblu toccano una quota media superiore agli 11 km; per il preparatore atletico De Bellis, «conoscere i dati di ogni calciatore è fondamentale».
L’articolo di Repubblica
Il vero punto centrale del pezzo pubblicato questa mattina da Repubblica non sono i dati e la classifica per squadre che ne deriva, quanto la percezione di questi stessi dati. Anzi, il cambiamento di questa percezione. Nel senso: nulla, o quasi, è oggi più importante delle statistiche riferite allo stato di forma dei calciatori. Leggiamo questo, nelle parole di Roberto De Bellis, preparatore atletico del Chievo. Che è la squadra che corre più di tutte in Serie A (11 km e 625 nelle prime sei giornate), ma ripetiamo: non è questo il punto. È che «La differenza la fanno i numeri. E la loro conoscenza», spiega De Bellis.
Leggiamo altre sue dichiarazioni, parole interessanti: «Se un gruppo di persone si iscrive in palestra, ognuno riceverà una ‘scheda’ personalizzata. Lo stesso vale in A: solo lavorando sulle caratteristiche dei singoli puoi allungare la loro carriera. Non ha più senso parlare di preparazione estiva sbagliata o indovinata: nessuno pensa più che bastino un paio di settimane in montagna ad accumulare benzina per una stagione intera. La differenza la fanno il lavoro settimanale, l’individualizzazione dei carichi. E i dati, come detto. Noi abbiamo un allenatore come Maran che è attento a ogni dettaglio e sa valorizzare i singoli».
Più che i km percorsi, che premiano la sua squadra, De Bellis individua un altro punto fondamentale nella preparazione dei suoi calciatori: «L’importante, più che la quantità della corsa, è la qualità di questi percorsi, e poi il numero di scatti e la velocità sui singoli metri. Noi registriamo tutto. E sappiamo che il Chievo non cala a fine partita». Ecco come una squadra che l’anno scorso era la più vecchia della Serie A e d’Europa (per il primo “titolo” è stata superata dalla Juventus) riesce a salvarsi con tranquillità. Intanto, in questa particolare classifica si mette alle spalle Fiorentina, Atalanta. E poi il Napoli di Sarri, quarto. Niente male.
