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La sconfitta della Nazionale e l’inutile ricerca del capro espiatorio

Posta Napolista / Ventura, Buffon e Insigne: i responsabili individuati sono loro. La realtà è che il calcio italiano è questo e che la Spagna ha saputo ripensare il proprio sistema.

La sconfitta della Nazionale e l’inutile ricerca del capro espiatorio
Immobile, Buffon e Insigne
Ci ho pensato a lungo, in questi due giorni in cui più leggevo i giornali, più si faceva largo la convinzione che come sempre stiamo cercando il “mostro”, il capro espiatorio di tutti i mali. Senza scomodare Pennac, mi sembra di averne individuati ben tre di “colpevoli”, in questa Caporetto madrilena: Ventura, Buffon e Insigne. Al netto di errori e colpe specifiche (reali), le accuse principali suonano un tantino pittoresche: Ventura è incompetente e vecchio; Buffon è vecchio e basta; Insigne… boh, troppo kitsch per indossare la 10, l’accusa dovrebbe essere quella. Come sempre però a me piace non fermarmi alle opinioni e provare a guardare i fatti da una prospettiva differente.

Ventura

La mia opinione sul suo talento di allenatore la espressi dopo l’esonero con il Napoli, in serie C, e possiamo sublimarla nell’espressione «assafamaronna». Però se l’editore pubblica un pessimo romanzo, la colpa è di chi l’ha scritto? La carriera di Mr. Ventura avrebbe dovuto parlare per lui. Ah, la questione anagrafica. Sì, è vecchio. Ma una delle più belle nazionali che io ricordi era guidata da quel matusalemme di Azeglio Vicini. Per tacere del “vecio” per eccellenza, quello con la pipa che ci regalò un mondiale. Il problema di Ventura non è la carta d’identità, ma l’atteggiarsi a Sacchi, o a Sarri, senza esserlo. L’altro problema, come detto, è che su quella panchina ce lo hanno messo… ma di questo non può risponderne lui soltanto.

Buffon

Fino a ieri, diciamo fino a Cardiff, si parlava di lui come del miglior portiere del mondo, uno da pallone d’oro, Neuer scansati. Così come si esaltava la BBC, una Maginot a tinte bianconere. Sono bastati due mesi a farli invecchiare di botto? Certo, Buffon è colpevole e poteva e doveva fare di più sui gol. La realtà dei fatti è però diversa: dietro di lui c’è il vuoto. O vogliamo davvero affidarci a Perin? Ah sì, Donnarumma. Abbiamo visto, con l’Under 21, di quale tenuta mentale è capace, il giovanotto rossonero.

Insigne

Infine, Lorenzo. Fedeli a una secolare tradizione voltagabbanista, i nostri media ne hanno dapprima invocato l’impiego a furor di popolo, salvo poi sistemarlo in prima linea davanti al plotone d’esecuzione. Insigne, e parla uno che non è mai stato tenero nei suoi confronti, allo stato delle cose è il calciatore più talentuoso che l’Italia possa permettersi. Poi possiamo parlare di tutto: non è abbastanza forte? Non merita la 10? Questo passa il convento. Insigne è il massimo che il movimento calcistico italiano può esprimere, in questo periodo storico. Così come Buffon a 40 anni è ancora il miglior (l’unico) portiere, o come non esistono alternative credibili a Barzagli-Bonucci-Chiellini. Così come non abbiamo centrocampisti.
Tant’è, e questo è il mio modo di vederla. Dopodiché è vera un’altra cosa: all’indomani di Milan – Real Madrid 5-0 e di Milan – Barcellona 4-0, il calcio spagnolo ripensò se stesso. Seminò. I risultati sono stati buoni, mi pare, e raccoglieranno ancora. Noi, invece, quanti altri mondiali dobbiamo buttare?
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