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Ancelotti: «Juve favorita, ma il Napoli è rodato e non dà punti di riferimento»

L’intervista di Ancelotti alla Gazzetta dello Sport: «La squadra di Sarri gioca a memoria, ma deve migliorare nella gestione dei momenti difficili».

Ancelotti: «Juve favorita, ma il Napoli è rodato e non dà punti di riferimento»

L’intervista alla Gazzetta

Carlo Ancelotti, uomo di calcio e intervista di calcio. Il tecnico italiano del Bayern, che ha affrontato anche il Napoli in questa preseason, ha vinto l’altro ieri il primo trofeo della stagione. L’ha fatto dopo una preparazione costellata da risultati negativi, anche contro la banda di Sarri è arrivata una sconfitta netta soprattutto nel gioco (con tanti ragazzini in campo, però). Quando c’è stato da fare sul serio, la Supercoppa di Germania, ecco che le cose cambiano.

È lo stesso Ancelotti a spiegare la dinamica: «Normale, quando non sei a
posto fisicamente è facile andare incontro a brutte figure. E noi ne abbiamo fatte. Però la forza della squadra e le qualità dei singoli non sono in discussione. Il Bayern sarà protagonista in Bundesliga, in Champions League e in tutti i tornei ai quali parteciperà. Vorrete mica che mi demoralizzi per qualche sconfitta nel periodo di preparazione, eh… Siamo migliorati rispetto alla passata stagione e puntiamo ancora al traguardo grosso: la Champions League».

Come sta il calcio

È secco nel giudizio, Carletto. Può permetterselo, perché ha già vinto quello che doveva. Le amichevoli sono un surplus, riconosce di non aver dato il massimo. Ma conta poco. Anche se il calcio è intrattenimento, e quindi ogni partita dovrebbe aggiungere qualcosa in più alla narrazione di un grande club. Lo sa anche Ancelotti, che dice esattamente questo quando gli chiedono dell’affare Neymar: «Il calcio è una forma di spettacolo e come tale va considerato. Se ci sono certe cifre che circolano è perché qualcuno le può spendere. Non mi scandalizzo. Il giudizio su Neymar non deve essere formulato sulla base dei soldi versati dal Psg al Barcellona, ma su ciò che lui farà vedere sul campo. E con il pallone tra i piedi Neymar è divertimento
puro».

La Serie A

Il giudizio di Ancelotti sulla corsa scudetto: «Juve favorita. Ha vinto sei titoli in fila, non potrebbe essere altrimenti. La cessione di Bonucci? La squadra di Allegri ha una mentalità vincente e con questa mentalità può sopperire a qualsiasi partenza. E poi il mercato non è mica finito, qualcuno lo prenderanno. Intanto è arrivato Douglas Costa, che avevo io: bel giocatore, rapido, fantasioso, in Italia farà bene. L’importante è che i bianconeri trovino solidità in difesa, che è stato il reparto decisivo in questa lunga striscia di vittorie. Allegri sa il fatto suo, vedrete che sistemerà tutto alla perfezione».

Il Napoli: «Squadra rodata, giocano assieme da anni,si conoscono, e questo è fondamentale. Sarri ha fatto un grandissimo lavoro, la sua mano si vede, eccome… Sono rapidi, si trovano a occhi chiusi, e poi Insigne, Mertens e Callejon non danno mai punti di riferimento: difficile marcarli. Però devono migliorare quando vanno in difficoltà: in una partita ci sono sempre momenti bui e loro devono imparare a sopportarli e a sopportare la pressione degli avversari».

Le altre

Milan: ««Mi fa piacere vedere che sia tornato l’entusiasmo nel mondo rossonero. San Siro strapieno per il preliminare di Europa League è un bel segnale. I giocatori nuovi sono bravi, Montella è l’allenatore giusto per assemblarli. Sono curioso di vedere come li sistemerà. Però una cosa bisogna dirla: diamogli tempo, non si cucina un grande pranzo in mezz’ora. E alla prima sconfitta, lo dico perché so come siamo fatti noi italiani, non buttiamogli la croce addosso: il percorso di crescita prevede degli ostacoli e delle cadute»

Inter e Roma: «Il gruppo di partenza dei nerazzurro era più forte di quello del Milan, Spalletti è il valore aggiunto. E Icardi, come il mio Lewandowski, ha il meraviglioso vizio di buttarla sempre dentro, cosa che nel calcio fa spesso la differenza alla faccia di schemi, moduli e strane teorie. Il portiere para, il centravanti fa gol e tu vinci le partite. La Roma? Faccio fatica a decifrarla,  Di Francesco lo seguo da tempo e trovo che abbia fatto molto bene con il Sassuolo. La perdita di Salah credo che si farà sentire. E poi ci sarà da vedere come sarà il primo anno senza un monumento come Totti nello spogliatoio. E’ un aspetto da considerare, il capitano era un punto di riferimento».

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