ilNapolista

Higuain: «Bonucci ha scelto ciò che è meglio per lui, molta gente non sa di calcio e dà giudizi»

Gonzalo Higuain intervistato da Gazzetta e Corriere dello Sport: «Dopo Cardiff è stata screditata un’annata straordinaria, ripartiamo dal 4-2-3-1».

Higuain: «Bonucci ha scelto ciò che è meglio per lui, molta gente non sa di calcio e dà giudizi»

Doppia intervista

C’è una vecchia, bellissima scenetta di Totò con la sua spalla Mario Castellani. Si intitola “Pasquale”, e si basa su un frase-tormentone: “Voglio vedere questo dove vuole arrivare”. Ecco, uno si approccia sempre così alle interviste che hanno come protagonista Gonzalo Higuain. Un anno dopo il suo clamoroso addio al Napoli, un affare travestito da lutto ormai metabolizzato e che quasi non brucia più sotto la cenere, le dichiarazioni di Gonzalo cominciano a diventare stantie, ripetitive. Non “arrivano” più a nulla, non fanno come Pasquale che ti sorprendono. Anche se poi la ruota gira, e il caso Bonucci ha un po’ invertito le parti. Sul Corsport e sulla Gazzetta, che ospitano un’intervista “doppia” dell’attaccante argentino, si parte proprio da lì: «Penso che ognuno debba fare ciò che lo rende felice, che ritiene possa farlo crescere. È stata una scelta sua  e va rispettata, ognuno è proprietario della sua vita».

E la Juve indebolita? «Sicuramente abbiamo perso un calciatore importante, che ha aiutato la Juventus a vincere, però rimaniamo una squadra fortissima. Dipende da noi non far sentire l’assenza di Leonardo, abbiamo i calciatori per farlo». E Dani Alves? «Hanno costruito un film sulle mie parole, in realtà non sapevo andasse via. Mi è dispiaciuto anche perché c’era una grande amicizia, ma sono cose di calcio». Un film sulle sue parole. Classica.

Ma non è ancora tutto: si parla di Dybala al Barcellona. Vanno via tutti insieme? «La sua è un’età delicata che io ho vissuto. A 18 anni ero già al Real Madrid, sono andato via a 25 ma dopo sei-sette
anni in un club così importante. A tutti piace giocare con grandi calciatori. Non gli do consigli né posso mettergli una pistola alla testa per convincerlo, deve fare quello che lo rende felice, ma qui è felice, gli vogliamo tutti bene e tutti vogliamo che resti». Felicità condizionale.

Napoli

Si parla del passato al Napoli, ovviamente. Non si sfugge, anche se il discorso è minimo, laterale, sibillino: «Ha cambiato poco nulla e qualche colpo lo farà: sarà un avversario durissimo come sempre in questi anni, ma la nostra squadra ha le qualità per lottare su tutti i fronti. I fischi del San Paolo? A me dà fastidio quando un mio familiare o un mio amico ha un problema di salute. Molta gente non sa di calcio, eppure tutti danno giudizi, dai 5 ai 70 anni. Io non so di cucina e non ne parlo: ascolto chi sa di cucina. La causa con De Laurentiis? È tutto in mano agli avvocati,
io mi occupo di calcio». Appunto.

La ripartenza di Higuain dopo Cardiff e il 4-2-3-1: «Sono d’accordo con Allegri: si è screditata un’annata straordinaria. Prima della finale eravamo la migliore squadra d’Europa, poi siamo diventati una squadra normale. Non si può cambiare opinione così. Noi non crediamo né una né altra: crediamo di essere una squadra forte che può arrivare in fondo a tutte le manifestazioni. Giocheremo ancora con il modulo dello scorso anno? È il modulo della mia vita. Ci ha permesso di fare una grande stagione. I cinque scudetti precedenti, però, erano arrivati con un altro sistema di gioco: nel calcio non c’è una verità esatta». Discorso Napoli depotenziato, alleluja. Vuoi vedere che Pasquale non arriva più a niente?

ilnapolista © riproduzione riservata