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Bogarelli: «Gli stadi di proprietà sono un errore: meglio investire in calciatori»

L’intervista di Marco Bogarelli a Repubblica: «La Serie A è un buon prodotto, ai nuovi impianti devono pensare le istituzioni».

Bogarelli: «Gli stadi di proprietà sono un errore: meglio investire in calciatori»

L’intervista a Repubblica

Marco Bogarelli è l’ex presidente (fondatore) di Infront, una figura di grande importanza per il calcio italiano. Ma è anche stato un uomo accusato di associazione a delinquere per “turbativa d’asta”, almeno fino alla sentenza del Tribunale del Riesame. Che, venerdì scorso, ha rigettato qualsiasi accusa. Bogarelli torna a parlare di calcio, nel frattempo è ancora indagato ma è scontato che il procedimento sarà archiviato. Il suo pensiero è raccolto da Repubblica, ed è abbastanza severo. Soprattutto sulla nuova Infront di “esportazione” cinese «Devo essere sincero: non intravedo un progetto chiaro, una strategia. Anche per questo me ne sono andato. Mentre mi sembra chiaro quello che vogliono fare gli imprenditori cinesi che hanno preso l’Inter e il Milan, altrettanto
non posso dire di Wanda».

Il giudizio sul bando per il triennio 2018-2021: «Non ho letto le linee guida e ho dato solo un’occhiata ai bandi. Ero troppo impegnato a rispondere alle accuse della procura. Sinceramente non ho ben capito la scelta di anticipare la Uefa per l’asta Champions. Avrei fatto l’opposto. Avrei aspettato l’assegnazione, per andare da quello che l’aveva persa e dargli l’opportunità di “consolarsi” con la Serie A. Alla fine invece si sono affrettati e hanno portato a casa due diffide e un’offerta “polemica” da 400 milioni. Probabilmente qualcuno aveva fatto promesse che poi non ha mantenuto».

Il futuro e il passato

Nonostante tutto, Bogarelli resta «ottimista». Perché «il prodotto è buono e il mercato estero è in crescita». Previsioni? «Secondo me potrebbero fare il 10 per cento in più dell’ultima asta. Anche se resto convinto che la soluzione migliore sia il canale tematico: il calcio è uno sport popolare a largo consumo, non può essere ostaggio di un prodotto pay ad alto costo. La Serie A è il terzo campionato dopo Inghilterra (per motivi geopolitici) e Spagna (perché Real e Barca hanno le star) e prima di Francia e Germania. È un buon prodotto, dunque. Anche perché sta avanti a campionati che, a differenza di quanto successo in Italia, hanno recentemente organizzato competizioni internazionali e quindi hanno avuto modo di fare importanti investimenti sulle infrastrutture».

Il canale della Lega, Bogarelli parla anche di questo progetto: «Tecnicamente non ci sarebbero problemi. Ma non penso che la Lega sia pronta ad accollarsi il rischio di impresa che si aggira intorno al miliardo. Detto questo fanno bene a tenersi aperta la possibilità».

Il problema stadi (al contrario)

La parte finale dell’intervista di Bogarelli è fantastica. Perché è il primo imprenditore in assoluto che sconsiglia di fare stadi di proprietà. In maniera netta, decisa. Anche argomentata: «Quelli sono un errore. A mio avviso le squadre non devono investire negli stadi, ma nei calciatori. Se ho una compagnia teatrale penso a mettere su uno Shakespeare come si deve con gli attori migliori, non a costruire un teatro. Le squadre secondo me dovrebbero comprare calciatori: hai cento milioni? Compra Ronaldo. Agli stadi ci devono pensare le istituzioni. Per questo credo che la Federcalcio non dovrebbe dedicarsi a d altro che a cercare di organizzare gli Europei del 2024. È troppo tempo che in Italia manca una grande competizione internazionale. Adesso tocca a noi. Un Europeo sarebbe la chiave per rilanciare alla grande il movimento, Platini si rassegni».

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