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L’editoriale di Tuttosport: «Cara Juventus, troppi selfie»

L’attacco frontale del quotidiano torinese, che mette nel mirino tutta la Juventus: i giocatori, Allegri, la società. Mentre la Gazzetta stigmatizza “gli odiatori”.

L’editoriale di Tuttosport: «Cara Juventus, troppi selfie»

Uovo a sorpresa

Ci ha un po’ stranito, Tuttosport. Che, nel day after della Champions, esordisce in edicola con una doppia prima pagina. Nella prima-vetrina, un richiamo alla grande stagione della Juventus. Ma sotto, ecco la prima prova di un atteggiamento (sorprendentemente) critico e severo: “Troppa sicurezza ha rammollito tutti”, scrive De Paola. Primo sussulto di incredulità. Poi, come un uovo a sorpresa, sfogli il giornale e ti trovi il titolo che proprio non ti aspetti. “Non si vince a parole”. Il confronto tra le due prime pagine, che vedete nell’immagine in evidenza, è impietoso.

Le parole

Ancora più impietose e sbalorditive sono le parole usate da Paolo De Paola, in quell’editoriale che è una dichiarazione di intenti. Sotto le due foto che celebrano le vittorie della stagione, tu ti aspetteresti un pezzo come quello di Andrea Monti sulla Gazzetta dello Sport (ne parleremo dopo). Invece, ecco l’attacco. Totale, diretto, severissimo.

Leggiamo un po’: «Nella finale di Cardiff sono venuti meno gli uomini più importanti. Da Buffon a Bonucci, da Pjanic a Dani Alves, ma soprattutto Higuain e Dybala. Diciamolo con chiarezza. Un ko limpido a favore del Real e inaccettabile per la Juve arrivata a Cardiff su un’onda di consensi. Molto più di quello di Berlino di due anni fa. E non si venga a dire che chiunque avrebbe firmato per un risultato del genere al termine della stagione perché è una menzogna. La Juventus e i suoi tifosi puntavano alla Champions. E non può una squadra con un obiettivo così chiaro e ambizioso arrivare a questo appuntamento in queste condizioni fisiche e e mentali».

Allegri

Qui parte l’attacco ai calciatori per colpire Allegri: «Non si contano i passaggi sbagliati, soprattutto quelli di Dybala da cui sono scaturiti gol e azioni pericolose del Real Madrid. Poi un’impostazione sbagliata a centrocampo. Gli spagnoli avevano sempre un uomo in più, tre (Modric, Casemiro e Kroos) contro Khedira (fuori condizione) e Pjanic (evanescente). In più Marcelo e Carvajal allineandosi ai compagni rendevano ancora più evidente questo sbilanciamento lasciando spesso isolati Higuain, Mandzukic e un Dybala che si ostinava a rimanere fra linee di campo nelle quali veniva pesso stritolato. Il salto di qualità, caro Allegri, si fa in partite come questa». Bum.

Agnelli

Sul finale, il volo kamikaze diretto su Agnelli. L’uomo/presidente che si è presentato ai microfoni, a far sentire il peso di chi comanda. Il leaderismo. De Paola ha visto altro, ieri sera e nei giorni e mesi precedenti: «C’era forse troppa sicumera, troppa baldanza nello spogliatoio? Sono solo interrogativi. È vero che prima di Cardiff non c’è stata nessuna festa ufficiale, ma se l’ambiente respira un’aria di leggerezza e si gongola nei selfie, difficilmente si trova la giusta concentrazione e la fame necessaria per centrare l’obiettivo. E il primo input dovrebbe arrivare dal presidente Andrea Agnelli spesso defilato in uno strano snobismo. Ma la Juve, esultanze a parte sugli spalti, quanto gli interessa ancora?».

Capirete il nostro sentimento di interdizione e straniamento nei confronti del giornale torinese. Che, a differenza della Gazzetta, ha fatto critica e non celebrazione. Andrea Monti, ve lo dovevamo. Ecco qualche stralcio: «La Juventus s’è caricata sulle spalle le insegne del nostro calcio portandole a vette di gioco, agonismo ed emozione che, senza di lei, non sogneremmo neppure. Grazie Signora: al netto degli accecati da dal tifo e degli odiatori social, ogni italiano innamorato del pallone e dotato di buon senso non può che esserti riconoscente». Del resto, ne parleremo a parte. Dopo aver letto Tuttosport, magari. Oggi va così.

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