La voglia non anormale di una coppetta ogni tanto, una difesa che fa andare in fibrillazione, la differenza tra il primo e il secondo Reina.
Da agosto sempre le stesse storie
Caro direttore, è un po’ che non ci si sente, da parecchio tempo. Sono stato volontariamente in ascolto e in silenzio per tanti motivi, ma sopratutto perché volevo capire dove ci avrebbe portato questa stagione. Ti devo confessare che mi sento veramente stanco, ma non è la stanchezza delle signore medio-borghesi che trasformano un appuntamento spostato dal parrucchiere in un caso nazionale, non è la stanchezza di chi addebita al fato o alla sfortuna le proprie miserie quotidiane. No, è una strana prostrazione mentale e psicologica, mi sento provato da questa stagione, da questo Napoli, da questo cortocircuito domenica-mercoledì con la Juve. Mi sento svuotato, ecco. E stanco.
Sono stanco di sentire fin da agosto le stesse storie e le stesse chiacchiere su Higuain, e le metafore più o meno eleganti per descriverlo ed eviscerare il suo comportamento. Su queste pagine è stato elegantemente accostato al Robertino creato da Troisi, io lo definisco piuttosto nu muccusiello. Sì Gonzalo, te lo direi se fossi mio amico, te lo urlerei in faccia come se rimproverassi mio figlio: ti insultano, ti offendono e tu non tieni manco le palle di esultare a ben due gol, non ti assumi la responsabilità del tuo (sacrosanto) gesto.
Gonzalo, Non capisci tanto astio?
Non capisci tanto astio? E allora non sei nemmeno Robertino, si’ ‘a mamma ‘e Robertino. Noi eravamo tranquilli come per tua richiesta e tu, pacificamente stavi ad Ibiza e poi facevi le visite mediche a Madrid quando ancora eri sotto contratto con il Napoli. Se per te è normale… Non lo so. E poi Gonza’, tra tante squadre, tu proprio la Juve vai a scegliere? Hai detto che hai dato tutto ai napoletani in tre anni, ma si vede che mentre davi non eri particolarmente attento a quello che ti accadeva intorno. Comunque, come è andata e come è venuta, basta, per carità. Una preghiera: segna, esulta, ma nun ce sfottere a te e Torino. Aggie pacienza.
Stanco della bellezza
Sono stanco della bellezza. Sì direttore, sono stanco della bellezza! Non sono un ultrà sordo e cieco che urla “Devi vincere”, ma forse sarebbe il caso di scendere dal piedistallo (o dalla panchina d’oro) e capire che vicino al gioco mirabolante ci vuole anche qualche risultato in bacheca. L’onanismo prima o poi deve sfociare in un rapporto fisico vero, altrimenti è solo un viatico per la perdita di diottrie. A che serve essere fuori dagli schemi, rischiare, reinventare ruoli e giocatori (con successo, per carità) se poi tanto lavoro non porta a nulla? Direttore, ma a te te facesse schifo una coppetta ogni tanto? Non per sapere, per capire se sono io l’anormale. Ho tanti difetti, ma non mi sento poi così “strano”.
Sono stanco delle definizioni dei giornali. Abbiamo letto dei triangoli infiniti, di un messia in panchina, maestro di qua e maestro di là: diretto’, ma i maestri ti portano al diploma, io qui di diplomi non ne vedo appesi alle pareti. Sia chiaro, a me Sarri non dispiace assolutamente, però bisogna anche dire che l’anno scorso avendo un solo giocatore che gli ha segnato 36 gol in campionato non ha vinto niente, e che gli ultimi due a vincere qui sono stati i meno apprezzati allenatori della storia moderna del Napoli.
Qua ci aspettavamo una difesa granitica, con il drone che aleggiava e proteggeva sicuri gli interstizi tra i centrali, con tanto di spot girato da De Laurentiis e la Loren che arringava “Accattateve ‘o drone!”, ma niente. Ogni volta che la palla supera la trequarti io vado in fibrillazione, e un’altra partita come quella di Roma io potrei non reggerla.
Il Barcellona, e i cross
Sono stanco di avere “solo” il gioco del Barcellona e di non essere il Barcellona. Questo è quello che dicono perché qualora non ve ne siate accorti, non abbiamo il gioco del Barcellona. Sono pronto ad essere smentito tra una settimana, ma a me non pare proprio che possiamo paragonarci ai catalani.
Sono stanco di non vedere i cross in area quando c’è Milik in campo per poi iniziare a farli di nuovo un secondo dopo il suo cambio. Ma lo fanno apposta? Ma se ci arrivano 55000 spettatori che in larga maggioranza non hanno un patentino da allenatore o non sono mai stati giocatori professionisti, come è possibile che non lo comprendano quegli undici che sono nati con il pallone tra i piedi? Io ho capito che ormai giocano sempre quei tre lì davanti e i meccanismi tattici sono ormai fissati nelle loro menti, però un po’ di applicazione, e che diamine!
Sarebbe il caso che Reina…
Sono stanco di non riuscire più a difendere Reina. Lo adoro, come persona e come uomo, almeno stando a quanto si legge in rete e sui giornali. È simpatico, gli piace la pasta e patate di Nennella ed è sinceramente attaccato alla cità. Però anche basta. Sarebbe il caso di pensare seriamente a un titolare di livello che non avesse un elenco di infortuni muscolari così importante. La reattività tra il primo (Benitez) e il secondo Reina è abissale. Ed è segno che forse deve lasciare il passo a qualcuno di più giovane e “potente”.
Direttore, sono pure stanco di essere stanco. Spero ardentemente che quanto visto quest’anno possa essere un monito e una preparazione per la prossima stagione, dove pare certa la dipartita di Mertens, e quindi si dovrà reinventare la fase offensiva.
Per me la stagione è stata profondamente compromessa mercoledì sera. Non vedo possibile il secondo posto, anche se il passaggio della Roma con la Juve potrebbe offrirci una bella sorpresa. Ho deciso che mi prenderò un’altra pausa dal campionato. Almeno fino a domenica sera.
Ti abbraccio,
#ForzaNapoliSempre