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Al San Carlo Brahms e Oren hanno anticipato Maradona

Nel weekend si ripropone lo schema conservatori versus progressisti (Brahms contro Wagner). Il problema sta nella qualità dell’opera d’arte: lasciate palleggiare Diego

Al San Carlo Brahms e Oren hanno anticipato Maradona
Daniel Oren sabato e domenica al San Carlo

Pecunia non olet

Urca, la polemica che si è scatenata sulla concessione del Teatro di San Carlo al Pibe + altri è veramente intrigante.

Faccio, però, un passo indietro. Appresa, dunque, la notizia dello spettacolo di Siani, confidavo, ingenuamente, sugli effetti benefici del theorikon. Purtroppo qualcuno dalla regia mi suggeriva il celebre pecunia non olet anche per il Massimo.

Mi arrendo, poi, con annesso turbamento, non trovando il mio status nella querelle innovatori versus tradizionalisti oppure, volendo essere meno poetici, contemporanei versus stagnanti (cito, espressamente, il direttore Gallo).

Chiarisco subito ai leggitori che non trattasi di una scelta ponderata, ma è l’aponia – tipicamente epicurea – che mi distoglie dalla tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione ex art. 9 Cost.

Dice bene, però, il direttore del Mann: la contaminazione è nel DNA di questa città. A tal proposito, come non menzionare, tra i tanti, la personalità eclettica di un Francesco Cangiullo.

Wagner versus Brahms

Il destino, ahimè, è stato crudele con il Pibe; infatti, nel fine settimana, sul podio del Massimo cittadino, Daniel Oren, dirigerà – con la consueta maestrìa – un concerto di Antonín Dvořák e di Johannes Brahms. Ancora una volta si ripropone – per i cultori del tema – lo schema “conservatori” versus “progressisti”.

Nota a margine. Nella storia della musica, fu celebre la disputa tra il compositore classicista di Amburgo e l’avvenirista Richard Wagner. Per quello che può contare in questo scrittarello, simpatizzo per Brahms se non fosse altro per il sigaro d’ordinanza.

Il problema, dunque, sta nella qualità dell’opera d’arte, piuttosto che nella inviolabilità di certi santuari della cultura patria. Scommettiamo che nessun avrebbe qualcosa da ridire se il Pibe, senza la claque festante, si esibisse in uno dei suoi palleggi divini sopra il palco del Real Teatro di San Carlo?

Vi lascio, hic et nunc, con l’avvocato Carlo Goldoni e la sua impareggiabile visita al filosofo Rousseau. Tratto dalle pagine dei Mémoires: “ L’uomo – che non è uno sciocco – s’accorge che qualche cosa succede dentro di me: mi fa qualche domanda; e son costretto a confessargli la causa del mio silenzio e del mio stordimento. Come? – dice – voi mi compiangete perché io faccio il copista? Crederete che farei meglio a comporre libri per gente che non sa leggere e per fornire degli articoli a giornalisti mascalzoni? Siete in errore: io amo la musica appassionatamente, copio originali eccellenti; ciò mi procura da vivere, mi diverte, ed è quanto mi basta”.

Alla fine della giornata pecunia non olet per tutti.

Saluti ai pedatori

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