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Milan-Napoli con i segnali dell’amicizia, Alemão e le armonie profonde

Milan-Napoli, la partita non guardata: una maglia autografata che commuove, la bellezza. E San Siro, dove oggi si va come fosse il San Paolo.

Milan-Napoli con i segnali dell’amicizia, Alemão e le armonie profonde
La gioia del Napoli dopo il secondo gol (Cuomo)

È domenica mattina, scrivo davanti alla finestra, oltre i vetri un piccolo giardino, le piante coperte per il freddo dell’inverno; poi un muro e più in alto, sopra i palazzi, le architetture veneziane, un cielo azzurro intenso, l’azzurro Napoli. Al nord il cielo è così da un paio di settimane. E quindi, mi verrebbe da dire, e lo dico: che andate trovando? Certe cose sono scritte, da tempo e nel tempo.

Scrivo spesso che bisogna fidarsi del paesaggio e dei segnali. Il paesaggio dice Napoli, i segnali di questa settimana, scalfita solo da un banalissimo raffreddore, dicevano che tutto sarebbe andato per il verso giusto, e così è stato. Per spiegarvi questi segnali devo raccontarvi una storia fatta di amicizia e di pallone, una storia romantica, condita da un pizzico di nostalgia, quella sana, quella non invasiva, quella che dura una mezz’ora, non di più. Ecco la storia.

Luiz

Poco più di tre anni fa, la nostra estate del 2013, a San Paolo in Brasile, ho conosciuto Luiz, complice l’amicizia di vecchia data delle nostre compagne. Uscimmo a cena, lui capiva l’italiano e io il suo portoghese. Parlammo di calcio, di vecchi ricordi, di sconfitte mai dimenticate, come quella che il Brasile subì ai Mondiali del 1950, quello della vittoria dell’Uruguay in casa del Brasile, quello dei suicidi e dei gol di Schiaffino e Ghiggia; e per forza di cose, inevitabilmente, dei mondiali del 1982.

Luiz mi spiegò che, al di là della sconfitta del Brasile ai danni dell’Italia, la delusione profonda durava nel tempo perché quella squadra era una delle più forti di tutti i tempi e dopo quel mondiale il Brasile fu costretto a cambiare la propria filosofia di gioco, dovettero imparare a difendere. Per i brasiliani questa cosa rappresenta una specie di rinuncia alla gioia, da allora il calcio è diventato un’altra cosa, così stanno le cose.

Con Luiz siamo diventati amici, lui è un grande tifoso del São Paulo, e di quella squadra fortissima in cui giocava Careca. Fu deluso come tanti quando Careca venne al Napoli, ma continuò a seguirlo e si affezionò al nostro Napoli, quello di Maradona, Careca e Alemão, e qualche giorno fa mi ha mandato una maglia del Napoli di quegli anni autografata da Alemão, che (ma questa ve la racconto un’altra volta) è andato a cercare fino a casa. Nella settimana in cui Luiz mi ha commosso, il Napoli non avrebbe potuto deludermi, e così è stato.

Napoli, le armonie profonde

“Il mondo che vi pare di catene
tutto è tessuto d’armonie profonde.”

Questi versi straordinari sono del poeta Sandro Penna. Di Penna proprio ieri ricorreva il quarantennale dalla morte. Questi due versi li possiamo, sempre con il dovuto rispetto,  applicare alla partita di ieri, perché vedete stanno bene al Napoli, ma in un certo senso potrebbero confortare i tifosi del Milan. Cosa dice Penna con queste poche parole? Che a tutto c’è una spiegazione. Che laddove vedremo tutto nero sapremo che quel nero è tessuto insieme all’azzurro che sta coprendo, che un’azione è collegata a un’altra azione magari avvenuta tempo prima e più lontano, che il passato e il futuro stanno insieme, a braccetto.

Quali sono le armonie profonde? Sono le cose che non vediamo, quelle che fanno accadere le altre cose, che le tengono insieme e che le condizionano, le legano. Il Napoli ieri ha giocato una prima mezz’ora in cui l’armonia è stata sinonimo di bellezza e efficacia, qualcosa di molto vicino alla perfezione e se Mertens non cicca quel tiro, l’armonia avrebbe salutato i rossoneri molto prima del tempo.

San Siro come il San Paolo

Quella stessa armonia spiega la leggerezza che ha portato al gol del Milan, in profondità nelle teste e nell’animo dei calciatori, come di tutti noi, c’è qualcosa che ci fa rilassare subito dopo aver fatto qualcosa di straordinario. Ha radici profonde la determinazione che ha portato Kucka a credere in quel pallone e a segnare. Montella è un bravo allenatore e i giocatori sono quelli che ha, poca roba francamente e lui lo sa.

L’armonia profonda che ha tessuto tutta la partita non sbaglia, l’armonia dice che il Napoli è più forte, con cali di tensione o meno, che comunque le occasioni più pericolose e nitide, oltre i gol, le ha avute il Napoli. Così stanno le cose, le armonie profonde dicono che il Napoli va a San Siro come se giocasse al San Paolo, e questa è una cosa che mi piace tanto, per me si gioca solo così, con consapevolezza.

Non vi dico niente dei gol di Insigne e Callejón, li avrete visti già duecento volte, però applausi a scena aperta, è stato spettacolo vero, lo sanno anche i milanisti, che sanno anche di essersi battuti al meglio delle loro attuali possibilità. Le armonie profonde.

Il post – it del drone Giggino

Maronn’, che partita importantissima che abbiamo vinto. Che bellezza, tutto è stato registrato, i dati sono già nelle mani del mister. E, ora, naturalmente: Fumamme

Notizie dall’Inghilterra

Ci si chiede se Gabbiadini arriverà o meno, mentre ce lo si chiede il Watford non ne vince più una; Britos tiene alto il morale delle truppe, stamattina sta facendo i carciofi arrostiti. Lo Hertfordshire ha lo stesso odore del cortile di mia nonna mille domeniche mattina fa.

Note a margine

  • Un caro saluto a Rocchi
  • Il solito affettuoso saluto a Caressa e a Bergomi
  • Domani saranno 21 anni che vivo a Milano, un bel modo di festeggiare
  • Avevo sognato il gol 107 di Hamsik, è solo rimandato.
  • Ciao Luiz, ti voglio bene
  • #IoStoConSarri un po’ da sempre.
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