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Sarri è stoico e i tifosi epicurei, ma il calcio è scettico: è alimentato dal dubbio

Un nostro lettore risponde all’articolo di ieri su Sarri, i tifosi, lo stoicismo e l’epicureismo: siamo comunque destinati a soffrire.

Sarri è stoico e i tifosi epicurei, ma il calcio è scettico: è alimentato dal dubbio

Il dubbio è bene

Ho letto di gusto l’analisi di Fasano e concordo con l’assunto: Sarri è stoico, il tifo epicureo. Il problema è che il calcio è scettico. Bene ha fatto nel suo articolo a citare Bellavista. Proprio quel film però ci ha lasciato quella che forse è la lezione più grande: il dubbio è bene, le certezze sono pericolose. Il video è questo:

Come sapete “scetticismo” deriva da sképsis, “dubbio”. Il calcio è scettico perché non è una scienza esatta. E proprio Sarri me ne ha dato l’ennesima convinzione: «Il tiro di Callejon era contro la fisica, ha toccato il palo interno ma poi è uscito». La fisica è una scienza esatta, una certezza. Pertanto può essere smentita. Se non ci fosse il dubbio a smentire le certezze, se dessimo retta alle leggi della fisica, Maradona non avrebbe mai segnato La Punizione.

Basta una ciatata

Abbiamo la fortuna di commentare uno sport ingiusto incentrato su una palla che è sferica, cioè perfetta. La palla è rotonda, si dice, e così il calcio continua a essere imprevedibile. A instillare il dubbio un un’epoca di certezze assolute. Per questo è così bello. Il calcio non è misurabile anche se oggi sento parlare di expected goals e di altri parametri che non voglio svilire. Ma poi basta una ciatata e la palla esce o entra. In fondo anche lo scetticismo ellenistico si è permutato in quello cartesiano, e poi sono venuti Hume, Hegel. Lo scetticismo si è fatto metodologico, e anche gli esperti di statistiche e tattica devono arrendersi al fatto che ci sarà sempre una percentuale di irrazionalità nel pallone.

Allora noi tifosi dovremmo forse tornare alle origini dello scetticismo, cioè a Pirrone che – avendo seguito Alessandro Magno in Oriente – aveva carpito una grande verità da quei popoli lontani: è inutile che ci affanniamo tanto, il pallone fa il caspito che vuole.

L’autocompensazione

A Udine non meritavamo di vincere; ieri sì. In un certo senso, il calcio si compensa da sé. Comunque lo so: sto bestemmiando. Noi tifosi siamo la cosa più lontana che c’è dall’atarassia di cui parlava Pirrone. Cioè l’imperturbabilità, la capacità di non farsi coinvolgere dalle passioni, dai sentimenti.

Va bene dunque essere epicurei e ricercare il piacere nell’immediato: ma ricordiamoci sempre che il calcio è scetticismo e siamo destinati a soffrire.

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