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Stasera parte la Championship: Benitez favorito, ma occhio ad Aston Villa e Derby County

Breve guida al campionato di seconda divisione inglese: tanti i personaggi di spicco, anche Zenga e Di Matteo.

Stasera parte la Championship: Benitez favorito, ma occhio ad Aston Villa e Derby County

Craven Cottage stasera apre i cancelli e il campionato. Fulham-Newcastle United apre l’edizione 2016/2017 della Championship, la seconda serie inglese. Subito una partita molto suggestiva che chiarisce praticamente fin da subito quello che sarà il leit motiv della stagione: il Newcastle, favoritissimo della vigilia, contro tutte le piccole-grandi realtà che compongono uno dei tornei più lunghi e affascinanti del mondo, 24 squadre per 46 partite più playoff. La prima è proprio il Fulham che nello splendido scenario di uno stadio a picco sul Tamigi, coi mattoni rossi e le tribune che sembrano ancora in legno, dà il senso pieno del calcio inglese di una volta contro il progetto ad ampio respiro del manager spagnolo, convintissimo di voler rimanere a Newcastle nonostante l’inopinata retrocessione della scorsa stagione. Oltre il blasone storico, però, c’è poco altro: il Fulham non è più di proprietà della famiglia Al-Fayed e vivacchia da due anni, con scarso successo, nel campionato cadetto.

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Rafa contro tutti, dunque, anche grazie al valore altissimo di una squadra che nei campionati italiano e spagnolo combatterebbe tranquillamente per un posto in Europa. Alle partenze di Wijnaldum, Townsend, Cabella e Thauvin, il manager spagnolo ha risposto con gli acquisti di Gayle e Ritchie, e con l’arrivo a St.James Park di Mats Selz, portiere del Gant grande protagonista in Champions League nella passata stagione. Ancora incerto, invece, il destino di Moussa Sissoko. Il francese, titolare inamovibile agli Europei, è nel mirino di molti club europei di primissima fascia, ma per il momento è ancora a disposizione di Benitez. Accanto ai Magpies, l’altra favorita d’obbligo è l’Aston Villa allenato da Roberto Di Matteo. La squadra di Birmingham, retrocessa in seconda serie a trent’anni dall’ultima caduta, ha acquistato Gollini dal Verona e Ross McCornack dal Fulham, uno dei migliori calciatori dell’ultima Championship. Una sola cessione pesante, quella di Idrissa Gueye, finito all’Everton per sei milioni. I Villans rappresentano la seconda forza del torneo, per blasone e qualità, ma sono in buonissima compagnia nella corsa a uno dei posti per la promozione diretta (ricordiamo la formula: prima e seconda in Premier League, dalla terza alla sesta qualificazione ai playoff): c’è ad esempio il Derby County allenato da Nigel Pearson, allenatore del Leicester prima dell’arrivo di Ranieri (e da più parti visto come uno degli artefici principali dell’incredibile titolo vinto dalle Foxes nella scorsa stagione); e ci sono le due grandi deluse dell’ultimo campionato, Brighton & Hove Albion e Sheffield Wednesday. Sono le tre eliminate dai playoff nella scorsa stagione, e si ricandidano a un ruolo da protagoniste grazie ai loro migliori giocatori: WIll Hughes e Tom Ince (figlio di Paul) per il Derby, Knockaert per il Brighton e l’italiano Forestieri per lo Sheffield, a cui noi del Napolista dedicammo un pezzo durate la scorsa stagione.

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Il resto, un bel gruppetto di squadre, finisce nella variopinta categoria outsider. Oltre al Fulham, svilito però dalla partenza di McCornack, troviamo altre squadre storiche finite nel dimenticatoio: il Wolverhampton, ad esempio, ufficiosamente campione del mondo negli anni Cinquanta. Un club rinato a nuova vita, che per inaugurare l’era made in China (il club è stato venduto a una cordata proveniente dall’Oriente) ha deciso di affidare il ruolo di manager a Walter Zenga; il Nottingham Forest, per due volte campione d’Europa a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta oggi affidato al francese Philippe Montanier, ex tecnico di Real Sociedad, Valenciennes e Rennes; l’altra retrocessa dalla Premier, il Norwich City, classica squadra altalena del calcio inglese e sempre in bilico tra Premier League e Championship. La narrazione dei Canaries è meno suggestiva rispetto a quella di Newcastle e Aston Villa, ma è vero pure che i gialloverdi hanno conquistato due promozioni negli ultimi cinque anni e hanno pure mantenuto la stessa ossatura dello scorso campionato, cedendo il solo Redmond al Southampton tra i calciatori più importanti.

Chiudiamo con le neopromosse che rappresentano sempre, in qualche modo, le storie più belle da raccontare: il Burton, ad esempio, è una squadra all’esordio nella seconda divisione inglese. Il suo allenatore è Nigel Clough, che ha un qualcosa di speciale. Non la carriera, dato che finora non è andato oltre Derby County e Sheffield United. Ma il cognome: su padre Brian è l’indimenticato manager campione d’Inghilterra con il Derby County e il Nottingham Forest e poi due volte campione d’Europa con i rossi di Nottingham. Una leggenda che rivive in un luogo dal nome particolare: non la città, Burton, ma il Pirelli Stadium. Ovvero, un piccolo impianto da 6mila posti che prende il nome dall’azienda che ne ha commissionato la costruzione, nota fabbrica di pneumatici italiana. Le altre due squadre salite dalla League One hanno storie decisamente meno affascinanti: il Barsnley torna in Championship dopo due anni di inferno in terza serie, ha giocato una sola stagione nel massimo campionato inglese (1197/98) ed è stato il primo club in grado di raggiungere le tremila partite in seconda divisione; il Wigan, invece, ha vissuto un periodo stranissimo. Appena tre anni fa conquistava il primo trofeo della sua storia, la Fa Cup, soffiata al Manchester City di Roberto Mancini nella finale di Wembley. Tre giorni dopo è però retrocessa, finendo a giocare l’Europa League da squadra di Championship. Un anno dopo la retrocessione in terza serie, nel 2016 la pronta risalita nel campionato cadetto. Un’altalena continua, a cui il giovane manager scozzese Gary Caldwell (34 anni, ex calciatore del Celtic) prova a mettere fine.

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