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Quaffer, Baselice e i suoi abitanti in piazza per il film girato nel paese

Il paese del Beneventano, terra di tanti emigranti, si ritrova in piazza per la “prima” del film girato qui con comparse del luogo.

Quaffer, Baselice e i suoi abitanti in piazza per il film girato nel paese

Estate 2013. È agosto quando la vita di Baselice, un tranquillo paesino del beneventano, a 20 km dal confine con la Puglia, del tutto fuori dai circuiti turistici tradizionali, viene piacevolmente travolta da una inaspettata notizia: c’è una troupe televisiva intenzionata ad ambientare proprio qui il suo film. Squillo di trombe, rullo di tamburi: in pochi giorni gli abitanti si trasformano in comparse, le casette disseminate tra montagna e collina aspirano a diventare possibili location cinematografiche, iniziano il casting e la selezione dei luoghi, mentre nei vicoli e nelle sterminate distese di verde è tutto un vociare. Unico argomento di conversazione, naturalmente, il film.

A settembre cominciano le riprese. Un mese fitto, denso di appuntamenti in giro per il paese, di facce “forestiere” che, prima guardate con sospetto, vengono ben presto adottate dalla popolazione intera. Fin qui la gestazione della pellicola, che oggi è diventata realtà. Il titolo? Quaffer. Un gioco di parole tra la professione di barbiere – è questo il mestiere del protagonista del film – e la domanda atavica “che fare per migliorare?”.

Venerdì sera, nella gremita palestra della scuola media del Borgo Uliveto, a Baselice, Quaffer è stato proiettato in anteprima: tra vestiti a festa e visi raggianti, decine di anime divorate dalla curiosità hanno affrontato la lunga attesa per accaparrarsi i centocinquanta posti a sedere disponibili. Eppure, presenti all’appuntamento, erano non meno di trecento persone. In tanti sono rimasti in piedi: agosto è il mese in cui gli emigrati fanno ritorno a casa, così come quelli che, pur avendo avuto i natali nel paesino, hanno scelto di risiedere in città e di tornare qui solo per le vacanze estive.

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La data dell’anteprima non è stata scelta a caso. Il 12 agosto, da otto anni a questa parte, a Baselice si celebra la festa degli emigranti, quelli che, a partire dagli anni ’70, hanno abbandonato questo paesino di frontiera per recarsi in Svizzera, Germania e America a cercare fortuna. E dal momento che Quaffer è ambientato proprio negli anni ’70 ed è una storia che ha sullo sfondo l’emigrazione e il desiderio di cambiare le cose, insito nel gioco di parole del titolo, l’occasione di sfruttare questa data è sembrata ghiotta. Lo ha spiegato bene Don Michele Benizio, parroco di Baselice: «Qualche mese fa il regista, Antonio Farisi, mi chiamò per dirmi che finalmente potevamo proiettare il film qui a Baselice. Abbiamo subito pensato di aspettare agosto, oggi, per la precisione, festa dell’emigrante, perché sarebbe stato bello proiettarlo per tutti, in particolare per quelli che sono costretti da anni a vivere fuori dal paese».

Presente all’anteprima anche il regista Antonio Farisi: «Vorrei esordire con una frase che ho impiegato sei mesi a studiare – ha spiegato al pubblico, cimentandosi con il dialetto baselicese – ‘Ho girato il mondo quanto è tondo ma un paese bello come l’argento l’ho trovato solo nella provincia di Benevento’. Avete aspettato così tanto Quaffer perché forse è uno dei film più belli che possano essere concepiti. È stato realizzato con sincerità, trasparenza, amore. Questo film è soprattutto una storia di amicizia, sia davanti che dietro la camera. Quando sono arrivato qui cercavo semplicemente un paesaggio e invece ho trovato degli amici, ho scoperto delle vite, cose che non avrei immaginato, a cominciare dal suono di questo dialetto bellissimo che è il baselicese». Di origini genovesi, schivo e di poche parole come i suoi conterranei, il regista ha continuato: «Non amo parlare, tutto quello che avevo da dire l’ho detto nel film, però c’è una cosa importante che vorrei dirvi. Il modo in cui i vostri occhi stasera vedranno il film è diverso da quello in cui tutti gli altri nel mondo lo vedranno, perché voi conoscete ogni angolo e ogni persona che apparirà nel film. Noi tutti auguriamo a Quaffer che venga visto da più persone possibili perché scoprano la bellezza della terra in cui vivete. Ho avuto a disposizione una delle attrici più belle che esistano al mondo, Baselice, che ho cercato di far recitare con tutto il mio talento di regista. Non guardatela come la vostra città, ma come potrebbe guardarla un cittadino che viene da lontano. Non bisogna fare l’errore di pensare che Quaffer sia ambientato qui, il film è ambientato in un bellissimo paese del Sud che è popolato di persone che vogliono migliorare la propria condizione».

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A noi del Napolista, il regista ha spiegato che la storia che aveva scritto era ambientata in un paese immaginario del Sud e che solo per caso è arrivato a Baselice: «Cercavo una location nella provincia irpina e contemporaneamente facevo il casting. Sono stati degli attori a parlarmi di Baselice. Conoscevano Mariarosaria Anzuino, la protagonista, che appartiene a questa terra, ed erano stati qui qualche volta. È così che sono arrivato qui. La prima cosa mi ha colpito non è stato il paesaggio cittadino, ma quello umano. Nonostante io sia molto introverso, i baselicesi sono riusciti a sciogliermi, si è creato un dialogo che non si è mai interrotto».

Protagonisti di Quaffer sono Diego D’Elia, nella parte di Michele, barbiere a domicilio, e Mariarosaria Anzuino, Rosa, una donna in bilico tra tradizione ed emancipazione negli anni in cui si diffondono, in Italia, l’idea e la possibilità del divorzio. Una coppia che non ha figli e che si lascia andare ad una routine triste e mortifera tanto da spingere Michele a desiderare il divorzio che però è roba da ricchi, ci vogliono i soldi. Ci vogliono soldi per tutto, però, in generale per vivere, e sono tanti i baselicesi emigrati altrove, in Svizzera, ad esempio, come Filù, interpretato da Fabrizio Stefan, che però desidera tornare a casa e che, per farlo, cerca un modo per incrementare la produzione di latte delle sue mucche, sperimentando, per loro, l’ascolto della musica.

Dobbiamo dire che nel film le comparse non sfigurano affatto rispetto agli attori professionisti. Tra questi ci è piaciuta in particolare l’interpretazione di Dodo Gagliarde, nella parte del prete di campagna, Don Noce, che non smette fino alla fine di cercare di aiutare Michele e Rosa a tornare insieme. «È Dodo che mi ha fatto innamorare della provincia di Benevento e del dialetto – spiega Farisi – è un grandissimo attore e un cultore della beneventanità». Fresco e divertente anche il ruolo (e l’interpretazione) di Diego D’Elia e Fabrizio Stefan. Ma sono le decine di comparse baselicesi ad averci affascinati e conquistati, nell’atto di impersonare con estrema serietà, ma anche col semplice sorriso, se stesse, ma catapultate indietro nel tempo. Suggestivo e divertente insieme assistere, ieri, alla reazione dei baselicesi nel vedere, sul grande tendone bianco usato come base per la proiezione del film, le facce che conoscono così bene, i sorrisi, le inflessioni dialettali, le movenze, riconoscersi, insomma, capire di avere finalmente un posto in un mondo fatto di celluloide, un posto che nessuno potrà mai sottrarre loro, nella speranza che il film arrivi al grande pubblico. Si dice che il film sarà nelle sale in autunno, ma la cosa non è affatto scontata: «Dipende dal distributore – spiega Antonio Farisi – abbiamo un distributore indipendente, dipenderà dalla sua intelligenza. Lui me l’ha promesso, però siamo in Italia…», risponde disilluso quando gli chiediamo informazioni in merito.

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Un film girato in un mese che però vede la luce dopo tre anni: «Quaffer ha avuto una lunga gestazione nella post-produzione – racconta Farisi – ha una struttura narrativa molto sofisticata. È un film semplice ma con un sottotesto estremamente complesso, nel senso che ogni inquadratura ha al suo interno almeno sei significati, quindi sei livelli. Ha la struttura di una ballata musicale di De Andrè, per cui, come accade con le ballate, c’è chi può ascoltare una storia e chi invece può interpretarla dandole un valore simbolico. Chi va oltre vede non solo la storia, ma il simbolo e la metafora che, messe insieme, formano una condizione. Andando ancora più avanti formano una filosofia e poi una visione del mondo».

È un buon film? Non saremo noi a giudicarlo. Se c’è un appunto da fare è che forse Baselice non ne esce pienamente celebrata. Esistono così tanti scorci meravigliosi, in questo piccolo paesino nella terra delle streghe noto per le tante leggende e per la produzione del moscato Zingarella, che ci sentiamo di dire che forse il piccolo centro della Val del Fortore non ne emerge nella sua splendida bellezza, ma forse è perché il centro doveva confondersi con un qualsiasi paesino del Sud immortalato negli anni ’70, come spiegato sopra nelle parole del regista.

Antonio Farisi è un regista relativamente giovane e poco noto. Ha studiato regia a Londra, collaborato con la DueAfilm di Pupi Avati e curato la regia di alcune trasmissioni televisive sulle reti Rai e sui canali satellitari, di video musicali e concerti. Ha scritto diverse sceneggiature. Quaffer è il suo primo lungometraggio.

sceneggiatura

È Farisi stesso a scherzare sulla sua scarsa notorietà quando racconta, poco prima della proiezione del film, il suo primo approccio con la scenografa e costumista Isabella Faggiano: «Le telefonai presentandomi e le dissi che stavo per fare un film sul Sud e che mi avevano parlato di lei come di una molto brava. Lei mi disse che era disponibile e mi diede appuntamento per incontrarci. Solo che, dopo cinque minuti, per errore inviò a me un messaggio indirizzato ad altri: ‘Ciao Filippo – recitava il testo – Ma chi cazzo è Antonio Farisi? Mi ha appena proposto di fare un film’. Da qui capite che non sono ancora famoso…».

Sabato 27 agosto Quaffer sarà protagonista della manifestazione Estate a Pago Veiano, sempre in provincia di Benevento, unica altra anteprima del film prima dell’arrivo nelle sale (speriamo). Prima di congedarsi, il regista ha voluto salutare il suo aiuto, Carlo Macchiavello: «Con tutto il cuore auguro a Baselice che il prossimo film girato qui sia quello di Carlo e che abbia il successo che merita».

Chi volesse seguire le vicende del film può farlo attraverso la sua pagina Facebook https://www.facebook.com/QuafferFilm/?fref=ts. «Il film è vostro – ha spiegato Farisi ad un’orgogliosa platea baselicese – sostenetelo».

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