Napoli, parte il secondo giorno del restauro del murales di Maradona
Alle 8,30 la gru è già su via Toledo. Il gruista si chiama Donato, è nato ai Quartieri e tifa Napoli. Sempre andato allo stadio col padre, anche in serie b e c. Arriviamo al murales alle 9. C’è un ragazzo sul motorino che è incantato davanti al murales. Ha appena smontato dal lavoro in […]
Alle 8,30 la gru è già su via Toledo. Il gruista si chiama Donato, è nato ai Quartieri e tifa Napoli. Sempre andato allo stadio col padre, anche in serie b e c.
Arriviamo al murales alle 9. C’è un ragazzo sul motorino che è incantato davanti al murales. Ha appena smontato dal lavoro in un laboratorio di pasticceria ai gradoni di Chiaia. Dice che il viso è diverso, assomiglia a quello di Dragon ball. Però, aggiunge, è bellissimo uguale, è una cosa importantissima per il quartiere. «Certo che grande cosa fece Mario Filardi».
Alle 9,15 arriva Salvatore con secchio con pennelli e spatole.
Mangia un cornetto e sale imbracato sulla gru. Sono le 9,40 quando mette mano al braccio destro del pibe. Le pitture, come ieri, passano attraverso la finestra abusiva.
Passa la signora Mena e augura buon lavoro a tutti.
Passano due ragazzi in motorino. Uno di loro dice: ma chist nunn’è Maradona! Sembra quello di Holly e Benji. Salvatore gli dice di salire a disegnare lui se vuole. Quello risponde che non sa disegnare.
Alle 10,25 anche il braccio destro di Maradona è tornato a vivere.
Il maestro pizzaiolo al Corsera: «A Las Vegas, dopo una lezione, ho servito uno spicchio di margherita sbagliata): l’hanno pagata 270 euro a testa, in 300. In Canada una degustazione di sette spicchi delle mie pizze è costata mille dollari a persona».
A La Stampa: «Il mondo cattolico ha molto amato le mie canzoni. L’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, mi onora della sua amicizia. È venuto a trovarmi fin quassù, a casa mia, diverse volte».
Al Cormezz: «Nella lettera di raccomandazione a Totò scrissero "È un bravo ragazzo, recita bene, non tocca i culi delle soubrette e non si perde nei congiuntivi e nei condizionali”».
In chiusura la vendita del quotidiano La Stampa che non sarà più torinese. Per Repubblica è in trattativa col gruppo greco ANT1 controllato dalla famiglia di armatori Kyriakou
Dialogo tra Fabri Fibra e Guccini. Fabi gli chiede «ti facevi le canne?» e Guccini «Ci sono due generazioni, si diceva: quella della marijuana e quella dell’alcol. Io appartenevo alla seconda»
A Sette: «Ho viaggiato in macchina con lui sino alla metropolitana di Richmond. l parchimetro lui dice: “Porca miseria, non ho coin”. Glieli ho dati io, però non gli ho mai detto che glieli regalavo»
di Giulia Supino - Scriveva articoli lucidi e documentati sul rapporto tra politica, malaffare e criminalità organizzata. Non faceva proclami: faceva nomi. Fu ucciso dalla camorra
A La Stampa: «In Sardegna a casa di Villaggio si sparse la voce che non avevo compiuto la transizione, fui supplicata da Paolo di fare uno spogliarello: c’erano Bianca Jagger, Bulgari, Florinda Bolkan, io ero schiva e selvatica, ma non nel mostrare il mio corpo, e lo feci»
Al Corsera: «Ho consolato mio padre quando nessuno lo voleva più. Fa male vedere che le persone cambiano marciapiede se ti incontrano. E io ero solo un ragazzino»
«Non ero certo che papà e mamma l’avessero fatto nel 1945, quando sono nato, così qualche anno fa, mi sono battezzato, ho rifatto anche la prima comunione e la cresima»