Il mio Napoli – Sassuolo 3-1
– Ne sono consapevole, non ho la mentalità vincente. Avrei dovuto mostrarmi sobrio e distaccato e invece ho esultato come un Marotta, da piccolo provinciale quale sono, ai gol del Napoli. Avrei dovuto far finta di nulla e invece ho sbraitato come un villano che non sa perdere, quando l’arbitro ha concesso il rigore (netto) per il Sassuolo. Avrei dovuto passare per freddo ed impermeabile e invece mi è venuta l’ansia e il braccino corto nei minuti finali. Ho avuto anche un mancamento cardiaco quando Reina ha sballato il rinvio ed è entrato alla Briegel sull’avversario e ho perso la voce a cantare con i ragazzi a fine partita in campo, poi in auto tornando a casa, poi a casa davanti alla tv, poi stanotte mentre sognavo, poi stamattina all’alba rinchiuso in bagno per evitare di svegliare la famiglia e il condominio. Ma soprattutto, cosa più grave, sarebbe dovuto essere l’ultimo dei miei pensieri, mentre per l’intera settimana non ho resistito e ho guardato la classifica per almeno 150 volte al giorno.
– È diventata un’ossessione. Trascorro più tempo ad ammirare lei che al lavoro o a giocare con mia figlia. Mentre scrivo, in questo momento, oltre a continuare incessantemente a cantare “un giorno all’improvviso”, ogni tanto, ho la necessità di visionare la classifica. È diventata la nuova immagine del mio desktop.
– La settimana scorsa ho avuto problemi perché quei numeri mi hanno ipnotizzato per svariate ore. È praticamente un imbambolamento cronico. La scambio per un’opera d’arte. È come la Gioconda o il David di Donatello. E nei momenti di estasi, ho una sorta di sindrome di Stendhal.
– Quant’è bella questa classifica? E da ieri si è fatta ancora più lunga e bella. Sono quasi geloso. Che non me la si tocchi, eh.
– Scusami Boban, io sono conscio che tu sai cosa significhi conquistare trofei, sai come vincere Champions League, super coppe e campionati, soprattutto vincere uno scudetto con Zaccheroni in panchina vale come una Coppa del Mondo. Lo so che ora, con la stessa empatia di una parete di un obitorio, mi diresti “le grandi squadre non debbono farsi prendere dall’euforia e soprattutto, a metà stagione, non devono guardare la classifica”, ma io non ce l’ho fatta. Io la amo troppo e non riesco a fare a meno di non pensarla e di non guardarla.
– Sta là. Io provo ad evitare, ma mi chiama. Mi dice: vieni, vieni, sono bellissima, sono reale, vieni a controllare. E io non ce la faccio, devo verificare, la osservo, mi inebetisco e mi vengono le vertigini. Sì, sì, è come una droga ormai.
– Riflettendo sulle droghe, vorrei segnalare il commento di Consigli che ha paragonato Icardi a Higuain. A parte che ci sarebbero gli estremi per una querela o una squalifica per doping, ma io credo che siamo quasi giunti al momento che il nostro numero 9, per un rispetto nobiliare, non debba essere più paragonato ad alcuno e non debba essere più nominato. Bisognerà usare la terza persona. E se Lui era Lui, per il Gonzalone suggerirei Egli.
– Higuain, Egli, logora chi non ce l’ha.
– 20 pepite, 20 rime, 20 gol in 20 partite. Roba che solo a parlarne mette i brividi. Il nuovo Icardi se continua così, frantumerà tutti i record. Se continua così, a breve sarà Egli ad essere il termine di paragone per gli altri.
– Oltre a continuare a cantare il coro nella mia testa e a dare una sbirciata fugace e provinciale al desktop del mio computer, mi è venuta in mente la domanda di ieri a Radio Rai alla fine della partita che disintegra in un attimo il mio alto pensiero per il nostro nuovo Re: si può dire oggi che Higuain vale quanto Pogba?
Tardelli, che si fornirà dallo stesso di Consigli, ha avuto anche il coraggio di rispondere. Non so cosa abbia detto, ma giuro che lo ha fatto.
– Pogba sarà fortissimo e varrà tanti milioni, ma oggi Egli, ripeto, è imparagonabile. Seppur non sia stato inserito nella lista per il pallone d’oro.
– A proposito, ma è vero che per protesta Buffon e Conte non hanno votato in seguito alla mancata presenza di Mazzoleni nella lista dei 100 migliori giocatori al mondo?
Disertare una premiazione mi sembra il minimo dopo uno sgarro del genere. Disertare per un’ingiustizia, esclusa Pechino, è da mentalità vincente, direbbe Boban.
– Mentalità vincente, primi in classifica. Noi non ci siamo abituati e si vede. E non solo perché ci ostiniamo a festeggiare e cantare, ma perché in campo si nota.
– La squadra ha giocato bene, ha dimostrato di essere più forte, non si è ripetuta la debacle di Bologna e ha rimontato un gol subìto al primo minuto che avrebbe potuto affossarci. Ma ho comunque notato tanta ansia e fretta di recuperare e una miriade di passaggi sbagliati in zone del campo in cui rischiare era inutile.
– Chiriches, su tutti, mi ha randellato il cuore con dribbling difensivi assurdi o con quella ossessione di non buttare mai la palla nemmeno se pressato da più uomini o quando si è ostinato a servire compagni con tre avversari addosso. Per non parlare di Reina nel finale o quando, in tre contropiede nella ripresa, non siamo riusciti a sfruttare l’uomo in più per eccessiva accademia e chiudere la partita.
– A questo, si è aggiunto un ottimo Sassuolo. Una squadra che sa bene cosa fare e che soprattutto corre e rincorre per tutti i 90 minuti.
– Di buono, oltre la vittoria, i 3 punti e la testa della classifica, c’è che la squadra ha dimostrato di avere ancora margini di miglioramento. Seppur era impensabile che potesse averne.
– Essere lassù, procura ansie, paura, fretta e grande tensione. Ma nonostante il bel Sassuolo, lo svantaggio iniziale, Sansone che quando vede Napoli si trasforma in Romario, nonostante ansie, paura, fretta e tensione, abbiamo portato comunque a casa il risultato. Meritandolo.
Che sia questa la mentalità vincente? #AskZvonimir
– Una nota di merito, oltre ovviamente allo zio Sarri e a Egli che ha messo fine alle nostre sofferenze di giornata, vorrei dedicarla a Calle. Non segna come due anni fa e in alcune partite, specie le prime della stagione, non si è espresso ai suoi livelli, ricevendo anche critiche affrettate. Da tante partite invece, pur non essendo appariscente, gioca bene e ieri, per me, è stato stratosferico. Il lavoro tattico e di sacrificio in difesa e il suo continuo proporsi come uomo in più in attacco lo hanno reso un giocatore indispensabile. Con lui in campo poi non si comprende quale sia il modulo che si sta adottando: negli ultimi primi tempi, svaria su tutto il fronte scambiandosi spesso il ruolo con Egli ed Insigne e il gol, il primo in campionato, ha solo esaltato una prova già di per se eccezionale.
– Pardon, mi fermo un attimo, devo guardare un attimo la classifica. Ora me la piazzo anche sul comodino.
– Infine, vorrei soffermarmi sull’uscita di Mancini dopo che l’oscena Inter è stata presa a pallonate dall’Atalanta, dopo che Handanovic è stato il migliore in campo per la ventesima volta su 20 partite ed ha parato un tiro che nemmeno nei cartoni animati giapponesi, e dopo essere riuscita stavolta nell’impresa di segnare e pareggiare senza aver mai tirato in porta: “sarebbe stato ingiusto perdere questa partita”.
È chiaro che anche Mancini si rifornisce da Consigli.
– Ecco, un consiglio: ora possiamo dedicarci con tranquillità e spensieratezza alla domenica del gufo, ma mi raccomando, come direbbe Boban, niente festeggiamenti e soprattutto non guardiamo la classifica. Mentalità, mentalità, mentalità.
“Un giorno all’improvvisooo, Napoli 44, Inter 40, Juve 39*, Fiorentina 38*, Roma 34* ….”
* indica una partita in meno. Non è invece riferito al livello di freva…
– La testa della classifica logora chi non ce l’ha.
– Ma sono tornati i tamburi al San Paolo?
– Ma Egli è uscito dal campo o sta ancora zompando sotto la curva?
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani ilnapolista © riproduzione riservata