Si preannunciano tempi duri per le società di calcio. Il presidente della Figc Tavecchio – coadiuvato dal numero uno del Coni Malagò e quello della Lega Beretta – vorrebbe contrastare la proposta del Pd di introdurre una tassa per la sicurezza da far pagare ai club in percentuale al proprio fatturato. Si comincia a parlare di serrata. Le società di calcio lasciano trapelare che “a mali estremi” potrebbero adottare l’estremo rimedio di bloccare il pallone. Tavecchio ha in qualche modo alluso al giro d’affari legato alle scommesse che così diminuirebbe. Ma proprio oggi la Gazzetta dello Sport si mostra piuttosto scettica sulla reale efficacia di questa forma di protesta. Non è un caso che ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi abbia pubblicato un tweet piuttosto eloquente sul tema: “Gli straordinari delle forze dell’ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dalle società di calcio, non dai cittadini”. Che ha avuto 1400 retweet e 1400 preferiti, Per tornare a un successo simile, bisogna tornare a maggio, al tweet sugli 80 euro con la foto della busta paga e a quello per relativo alla spedizione per i bambini congolesi. Insomma, il tema è popolare e difficilmente uno sciopero delle società di calcio incontrerà l’appoggio della maggioranza degli italiani. Se il Governo non farà una clamorosa marcia indietro e i club non si adegueranno, il calcio italiano potrebbe andare incontro al suo anno zero. E sarebbe francamente la fine che merita un sistema che da anni ha messo la testa sotto la sabbia e ha sempre preferito chinare il capo ai violenti, finendo col perdere il controllo degli stadi.
Renzi mette all’angolo il calcio italiano
ilnapolista © riproduzione riservata