La sconfitta di Udine ha spostato l’obiettivo delle contestazioni dei tifosi. Da Aurelio De Laurentiis a (almeno nelle ultime 24 ore) Rafa Benitez. “La volete fare una disamina degli errori del tecnico spagnolo” è una delle richieste più frequenti che ci arrivano sia dai social che dai messaggi personali.
Essere rafaeliti non è un dogma. Ho ritenuto (e con me gran parte del Napolista) che l’arrivo di Benitez a Napoli potesse solo far bene alla squadra, all’ambiente e alla città. Ho considerato il suo arrivo come l’inizio di un percorso che avrebbe condotto (o comunque potuto condurre) il Napoli alla definitiva consacrazione. Non tutti la pensiamo allo stesso modo, e ci mancherebbe. Benitez, da subito, è stato oggetto di critiche, soprattutto da parte di molti commentatori dei cosiddetti televisivi. Adesso abbiamo dimenticato le feroci critiche della scorsa stagione che solo oggi ci appare bellissima. È la sindroma del battistiano “mi ritorni in mente”. La scorsa stagione fu salvata dal successo in Coppa Italia nella disgraziata serata del 3 maggio che – come vediamo – non smette di avere strascichi. Anche allora c’era chi – in caso di sconfitta – ne chiedeva l’esonero.
Potremmo proseguire a lungo ricordando tutto quel che è stato scritto e detto di Federico Fernandez, oggi rimpianto perché difeso affidabile. Lo scorso anno era un brocco che inspiegabilmente aveva sostituito Paolo Cannavaro.
Ma non divaghiamo. C’è stata la campagna acquisti. E, come abbiamo scritto, fummo i primi a rilevare che qualcosa non andava. La campagna acquisti non è stata all’altezza delle aspettative. Non ci vuole un mago per dirlo. Ma la squadra è più o meno quella dello scorso anno. Fatta eccezione, per me, del portiere. Reina era più completo e