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Se Mazzarri ha problemi di stress, Roma non è la piazza ideale

Il preludio al distacco di Mazzarri dal Napoli pare si sia consumato un’ora prima della partita col Siena. Negli spogliatoi del San Paolo, il tecnico avrebbe congelato l’offerta di De Laurentiis a restare ancora due anni con l’ingaggio ritoccato (quattro milioni?). Nella festa sul campo, poi, i due sono rimasti ben distanti. Mazzarri scioglierà la sua riserva dopo il match di domenica prossima con la Roma.
Dove potrebbe andare Mazzarri? Alla Roma sembra l’ipotesi più consistente con un contratto più lungo (tre anni), ma un ingaggio inferiore a quello proposto da De Laurentiis. Se Mazzarri è stressato (è stata una stagione stressante col Napoli che ha portato più su di ogni primato precedente) e se ritiene che il suo fisico, che ha avuto qualche problema, ha bisogno di staccare, la destinazione romana non appare l’ideale. E’ vero che c’è una squadra solo da ritoccare, e questo lo stuzzicherebbe molto, ma l’ambiente giallorosso non è meno stressante di quello napoletano, anzi lo è di più per la rivalità con la Lazio e per le “voci” dei media locali che non fanno sconti a nessuno. In questo senso, la destinazione Inter sarebbe meno complicata per quanto riguarda l’ambiente, ma l’Inter ha più bisogno della Roma di rifare la squadra. La Roma ha bisogno di qualche ritocco, l’Inter deve ricominciare daccapo. E il calciomercato non offre soluzioni né ideali, né immediate.
Mazzarri, allora, si concederà un po’ di riposo valutando successivamente la panchina dove andare? Tempo fa, sotto lo stress napoletano e un “problemino” al cuore, parlò di un anno sabbatico. Si dice, poi, che Mazzarri andrebbe via se il programma di potenziamento della società non dovesse convincerlo. E qui si aggiunge il “problema” Cavani. Col Matador che andasse via, il potenziamento si complicherebbero. I 63 milioni che dovessero essere incassati con la cessione dell’uruguayano non significherebbero nulla se il loro investimento dovesse fallire l’obiettivo del Napoli “più forte” anche senza Cavani. A parte che l’attaccante non è facilmente sostituibile (chi ha un top-goleador se lo tiene stretto), senza Cavani e Mazzarri il Napoli ripartirebbe da zero perdendo contemporaneamente i suoi due pilastri.
De Laurentiis è a una svolta. Senza dissestare il bilancio, dovrà rivedere la politica di investimenti del club. Il salto di qualità negli acquisti si accompagna a un salto rilevante negli investimenti (arriveranno più soldi con la Champions). Se l’obiettivo è lo scudetto, dopo un terzo e un secondo posto, una nuova e più incisiva politica societaria è necessaria. Ne ha De Laurentiis la forza, la voglia e il gusto del rischio (non è detto che chi spende di più poi centrerà gli obiettivi più ambiziosi)?
Con la partenza di Cavani e Mazzarri, il progetto Napoli si interromperebbe tra le incognite di un nuovo tecnico (ambientamento e feeling con lo spogliatoio) e i problemi tattici che deriverebbero dall’inserimento di nuovi giocatori “determinanti” per tappare il vuoto di Cavani. I “grandi nomi” di cui si favoleggia, nemmeno facilmente raggiungibili, non fanno automaticamente squadra.
La raccomandazione è una sola: che Cavani non venga ceduto a un club italiano che si rafforzerebbe con danno diretto al Napoli. Negli ultimi dieci anni, se si eccettua Toni con la Fiorentina nella stagione 2005-06 che vinse la classifica dei cannonieri con 31 gol, nessun altro capocannoniere del campionato ha fatto meglio di Cavani che a 28 gol potrà superare Di Natale (29 reti nel 2009-10) con una partita ancora da giocare. Cavani ha già uguagliato Ibrahimovic (28 gol col Milan, l’anno scorso) e il Di Natale di due anni fa, ha staccato Totti (26 reti), Del Piero (21), Shevchenko (24) e il sorprendente Lucarelli col Livorno (24 gol nel campionato 2004-05).
MIMMO CARRATELLI

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