Caro Babbo Natale, mi restituisci il sogno scudetto?

Caro Babbo Natale, sono stato tra quelli che non ci credevano, lo ammetto. Ma adesso che me l’hanno tolto, mi manca. Me lo ridai, per favore, il sogno scudetto? Per la prima volta da non so quanto tempo abbiamo passato un’estate e un autunno col “sogno”, e mo’, dopo 6 mesi in cui tutti ne […]

Caro Babbo Natale,

sono stato tra quelli che non ci credevano, lo ammetto. Ma adesso che me l’hanno tolto, mi manca. Me lo ridai, per favore, il sogno scudetto?

Per la prima volta da non so quanto tempo abbiamo passato un’estate e un autunno col “sogno”, e mo’, dopo 6 mesi in cui tutti ne parlavano (sia pur nominandolo poco), proprio sotto Natale me l’hanno tolto. Uffa. Troppo in fretta, per di più. Non sono forte in matematica, ma mi spieghi come è possibile che in 10 giorni siamo passati da secondi a meno 2, a quinti a meno 10? Mi pare complicato come i problemi che ci danno a scuola e soprattutto non è tanto facile trovare la soluzione. Si lo so che non lo meriterei, come regalo, perché non ci credevo per davvero. Perché, come dice sempre mio papà, “questa è una squadra da terzo posto, l’obiettivo vero è la Champions”, anche se all’inizio non capivo e pensavo che parlava della marca di magliette.

Ma poi vedevo che tutti ci credevano, a questo “sogno scudetto”, che sui giornali e alla tv e a casa degli zii, col passare delle settimane, tutti dicevano sempre di più quella parola che invece questa estate, sulla spiaggia, nessuno voleva dire né sentire, “scudetto”, e anzi, se la dicevo io, mi kazziavano pure. Però poi, quando per mesi vedi che tutti ci credono, in fondo in fondo cominci pure tu, e forse pure il mio papà che diceva sempre di no.

“Del resto – mi ha detto ieri – tutti facevano a gara ad alimentare il sogno”. E’ vero! Per primi i giornalisti, che fanno sempre guai, accidenti a loro! Sempre a parlare del sogno! E i tifosi, e il presidente, e l’allenatore, e la società (che non ho ancora capito cosa si intende, io pensavo ai giochi di società, tipo Monopoli, là si che abbiamo tanti soldi!). E poi pure i giocatori, loro potevano farlo capire prima, che non era vero! Ma cosa gli è venuto in mente di arrivare quasi a metà campionato, al giorno in cui a casa facciamo il presepe, ancora in seconda posizione, e per di più a soli 2 punti dalla prima, se non poi non era vero niente? Uffa.

Babbo Natale, non ti chiedo lo scudetto vero, non per forza, lo so che è difficile ed è un regalo grande, per chi ha tanti soldi, non come noi che li abbiamo finti, del Monopoli. Ma senza sogni, proprio adesso che mi stavano convincendo, è brutto stare, è tutto più grigio, come le giornate di dicembre dopo che nevica qui a Milano. Il sogno, quello si, me lo puoi ridare, per favore. Ma non solo per 6 mesi, ok? Così anche il mio papà è più contento.

Grazie. Il piccolo Edoardo (direttamente dalla pancia della mamma)

Vittorio Eboli

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