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Uno di quei giorni in cui tutta la tua vita di malato ti passa davanti

“Ad un passo dalla storia”, “Giochiamo per la storia” etc..stamane sui giornali, e a dir il vero da alcuni giorni, il termine “storia” è quello più in voga per descrivere la partita di stasera.
Confesso che non mi convince.
Intendiamoci, giochiamo per un traguardo che mai abbiamo raggiunto ed è giusto celebrarlo come esso merita. E’ un giorno importante per tanti di noi, uno di quei giorni in cui tutta la tua vita di malato ti passa davanti. Da quelli che hanno vissuto il mitico settennato pensando di aver visto tutto per poi, nel giro di pochi anni, piombare all’inferno. A quelle generazioni che non hanno vissuto il Dio-Diego ma che hanno dovuto amare il condor Agostini, Varricchio e Toledo.
E’ uno di quei giorni in cui pensi alle tante lacrime versate per le gioie ma, sopratutto , a quelle versate per i dolori e le troppe amarezze. Le mie prime lacrime risalgono al 74 in quel maledetto 6-2 subito in casa con gli strisciati o a quelle di Parma nella retrocessione più ignobile che abbiamo vissuto. Pensi a quelle versate a Stoccarda, a Bologna nel ’90 nella domenica del sorpasso e a quel mitico 10 Maggio. Pensi al groppo alla gola che ti venne nel vedere 60.000 sugli spalti per l’esordio con il Cittadella nell’inferno della C e a quell’urlo che piangendo lanciasti al fischio finale di Genova per dire “era ora…siamo tornati”.
Si è uno di quei giorni ma la storia no.
Sarà perché questa società e questi ragazzi ti stanno dando sensazioni uniche che non vivevamo dal mitico settennato, sarà perché hai la percezione che con queste forze puoi raggiungere traguardi importanti, sarà perché vuoi abituarti a crescere anche come tifoso, ma non riesco a vivere questa partita come uno spartiacque per la storia.
La storia la voglio scrivere giocando a Maggio all’Allianz Arena perché anche come tifoso voglio uscire dal mio provincialismo e pensare che lottare per un quarto di finale di Champions non è scrivere la storia ma conquistare la Champions è scrivere la storia e magari, se e quando succederà, posso tornare al mio provincialismo pensando che, a questo punto, posso anche andarmene via dal mondo terreno in serenità perché tanto una pagina di storia l’ho scritta.
E allora forza ragazzi, stasera giochiamo per la cronaca ma per arrivare a scrivere la storia con la S maiuscola.

Peppe Napolitano

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