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Il Napoli cerca l’ottava finale di Coppa Italia

Notte di Coppa Italia col tutto esaurito al San Paolo (prezzi popolari) per ribaltare il risultato dell’andata col Siena (1-2), una semifinale da domare per andare all’ultimo appuntamento del trofeo nazionale nel ricordo di sette finali già giocate e tre vinte.
C’erano tutti i titolarissimi all’andata, ma gli errori della difesa favorirono i gol di Reginaldo e D’Agostino. Il Napoli era reduce dallo 0-0 sul campo del Milan e già viveva la lunga vigilia del primo match col Chelsea. A Siena, azzurri con le gambe molli. Ma gran finale con l’ingresso di Lavezzi (per Aronica). I pali di Cavani e Campagnaro, il salvataggio sulla linea di Belmonte e, per fortuna, sul cross basso del Pocho l’autogol di Pesoli a quattro minuti dalla fine che rende meno ardua la rimonta al San Paolo.

Sarà tutt’altra storia in questo “ritorno”. Il Napoli vuole la finale di Coppa Italia quindici anni dopo l’ultima persa maledettamente col Vicenza (allora la finale si giocava con gare di andata e ritorno). Ci sono speranze per i recuperi di Maggio e Lavezzi. Sta bene Cavani dopo la “botta” alla caviglia rimediata a Udine. Hamsik è pronto. Vietato prendere gol per non complicare la rincorsa. Torna al completo la difesa titolare nel mirino della critica per gli “sbandamenti” nelle ultime partite (Cagliari, Chelsea, Udinese).

Il Siena schiererà un solido 4-4-2 o un più “affollato” 3-5-2 senza Calaiò infortunato. Bogdani (1,91), se ci sarà, è un brutto cliente per Cannavaro. Ma pare che in attacco giochino gli argentini Larrondo (1,91) e Gonzalez (1,82), due perticoni. Attenti ai colpi di testa che hanno già prodotto danni nella porta di De Sanctis. Non ci sarà Destro, giocatore ficcante, un’assenza molto favorevole. La squadra toscana si è inceppata nell’ultima partita, sconfitta casalinga contro il Novara (0-2), ma è reduce da tre vittorie nelle ultime cinque giornate di campionato. Con due risultati e favore su tre, farà una partita difensiva puntando sul contropiede. Non ci sarà Franchino Brienza che, giocando tra le linee, avrebbe rappresentato un avversario “scomodo”. Il Siena va in gol (32 in campionato), ma in difesa non è blindato (30 reti al passivo). Fuori casa (una vittoria, 5 pareggi, 7 sconfitte) non ha il rendimento interno.

La “spinta” del pubblico sarà notevole. Il Napoli non può fallire. Londra è ormai lontana e le due prodezze di Cavani a Udine hanno ridato vigore alla squadra. Il Siena sarà più “fresco”, pungolato dall’orgoglio di un traguardo storico. Ma se il Napoli non si distrae, il successo è a portata di mano. Il Matador furente degli ultimi minuti a Udine promette sfracelli e il ritorno di Lavezzi restituirà alla manovra offensiva azzurra maggiore penetrazione.

Il Napoli di De Laurentiis gioca la partita numero 26 di Coppa Italia. Ne ha già vinte 14. Il cannoniere di Coppa è Lavezzi (5 gol) davanti a Cavani (3) e Hamsik (2). Il cannoniere assoluto del Napoli in Coppa Italia è Maradona (29 reti). Nel cammino degli azzurri in Coppa, dopo la resurrezione dal fallimento, hanno lasciato un segno Calaiò e Domizzi (4 gol ciascuno). Due partite sono state perse ai rigori (contro Juventus e Inter).

Il Napoli è andato in finale del 1962, 1972, 1976, 1978, 1987, 1989, 1997. Ha vinto la Coppa contro Spal, Verona e Atalanta. L’ha persa contro Milan, Inter, Sampdoria e Vicenza. E’ il primo trofeo che si propone al Napoli di De Laurentiis e Mazzarri. Difficile vincerlo, finale a Roma il 20 maggio a campionato concluso. Ci si può divertire, ma prima bisogna eliminare il Siena.
Mimmo Carratelli

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