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Guaglio’, chi ’o ’e… lui è la curva B

Quando arriviamo in curva, come sempre, lui è già lì. I cancelli non aprono se lui non c’è. E’ raro non vederlo. Quest’anno, una sola volta. Per malattia. Assenza giustificata, ma inutile dirlo che ci è mancato.

Lui non è un tipo da curva B. Lui E’ LA CURVA B.

Non esiste tifoso che non abbia sentito il suo grido di battaglia. E’ storico come il Borghetti. Quello vero, però. Non quello che ha cercato di rifilarci qualche tempo fa: una bevanda simil-caffècorretto di una schifezza indescrivibile. Imbevibile e dello stesso colore delle acque del Volturno. E non ho preso un fiume a caso, vista la vicinanza dai campi di allenamento. Il sospetto sulla fonte direi che è fondato. Ha detto che avremmo dovuto provarlo e noi ci siamo fidati, già sapendo in cuor nostro che ci saremmo pentiti. Ma non si può dire di no a lui.

Una volta arrivati sugli spalti lo cerchiamo con lo sguardo e lo captiamo con l’orecchio. Spunta con il cappellino, quasi sempre rosso con la scritta Alice, l’occhiale da vista, il capello ingrigito che spunta da sotto il berretto di lana e il suo inseparabile bancariello più grande di lui. E se pensate di comprare da lui l’acqua, perdete ogni speranza già due ore prima della partita. Termina alla stessa velocità dei biglietti di Champion’s. Ma lui continua a girare su e giù per la curva, imperterrito, con il bancariello pieno solo di Coca Cola.

Oppure nelle serate più gelide, cerca di diversificare. Mi ricordo sia in occasione dello Steaua l’anno scorso che del Bologna quest’anno di averlo sentito gridare: “Guaglio’, chi vo’ o brod’e purp’?!”. Perché lui è uno che ci tiene ai suoi clienti.

Tant’è che gli piace fermarsi a parlare con gli storici. Ormai li conosce tutti. Stesso lui ce l’ha detto durante la partita, quando si è fermato e fatto al mio amico accanto: “Ma a te già t’ho visto!”. E per forza! Stiamo sempre là da anni! Ed è in quel momento che si vanta della sua ventennale esperienza sulla curva, conosce tutti, posto per posto. Almeno sembra che dica così. Non è facile capirlo, ma che sta dicendo una cosa bella lo si capisce dagli occhi piccolini che gli brillano.

Lui non è un tipo da curva B. Lui E’ LA CURVA B.

Siamo sempre stati convinti che merita palcoscenici internazionali: ecco perché l’abbiamo esportato nelle nostre trasferte inglesi. Non fisicamente, s’intende, ma sia all’Anfield, che a Manchester e timidamente anche allo Stamford abbiamo gridato per lui, come se fosse lì col suo bancariello.

Abbiamo gridato, ovviamente il suo unico marchio distintivo.

Perché se tutti gli altri venditori si chiamano “CocaCo’ “, per l’intera curva lui è semplicemente il mitico: “Guaglio’, chi ‘o ‘e?”.

Deborah Divertito

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