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L’acqua è poca, e c’è anche il vento contrario

L’uno e l’altro, questo e quello: anche stavolta il Napoli è apparso prigioniero di due problemi. Viene alla mente il vecchio proverbio nostrano: “l’ acqua è poca e ‘a papera nun galleggia”. Vuol dire, qui, che per la squadra azzurra – fino all’altro ieri in bella navigazione su un lago incantato – si è presentata una scomoda difficoltà : là dove si sfilava sulle onde e si andava a favore di vento, ora le acque si sono diradate e impoverite. Lo scafo si muove a zig-zag, insidiato dal fondo sabbioso che emerge e minaccia il cammino.Per tifosi, cronisti e commentatori la mancanza d’acqua ha origini piuttosto chiare: logorìo psico-fisico, calo di alcuni uomini chiave , necessità di un turn-over mirato e produttivo. Velocità e chiarezza di idee erano le qualità della squadra che ha conquistato il ruolo di rivelazione del torneo. Accelerazione, senso della posizione, rapidità nel tiro e nello smarcarsi sotto rete. Un modulo fondato sulla verticalizzazione acuminata e tagliente. Con l’affievolimento di tanto ardore, la squadra ha sostituito l’idea verticale con quella orizzontale. E, nel contempo, ogni avversario trova maggior facilità nel bloccare le fasce e intorbidare la navigazione. Tutto questo riguarda la nave-Napoli, il suo stato complessivo, la tenuta delle paratie stagne. Ma c’è un altro fattore di inquinamento: gli arbitraggi. Soprattutto gli ultimi due, capitati – guarda caso – nel momento cruciale del campionato. Rigori dati con leggerezza agli avversari, negati agli azzurri. Fuorigioco inesistenti fischiati in prossimità di un possibile gol. Un sospetto è un sospetto. Più sospetti formano quasi una prova, si dice spesso. Ora per il Napoli ci sono due emergenze: recuperare freschezza e tono anche con opportuni avvicendamenti, e affrontare nel modo giusto la faccenda arbitrale. E’ giusto non rifugiarsi nel vittimismo. Ma non bisogna neanche smorzare ogni rilievo critico. Il calcio italiano purtroppo non consente buonismi eccessivi. In poca acqua, e con il vento contrario, difficilmente una papera riesce a galleggiare.Mimmo Liguoro

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