Il Napoli è un disco rotto, in campo e fuori. La squadra si è dissolta, è un attimo ripetere il post terzo scudetto
Disastro a Bologna, perde 2-0 e non tira mai in porta. Conte ha visto la crisi prima di tutti ma non ha terapie se non alzare la voce. De Laurentiis ripete le stesse cose da vent'anni

Napoli's Italian coach Antonio Conte looks on during the Italian Serie A football match between Bologna and Napoli at the Renato Dall'Ara stadium in Bologna on November 9, 2025. Andreas SOLARO / AFP
Il Napoli è un disco rotto, in campo e fuori. La squadra si è dissolta, è un attimo ripetere il post terzo scudetto
I vecchi saggi del calcio consigliano di non perdere mai prima della sosta o delle vacanze natalizie. Perché l’effetto negativo si raddoppia, si protrarrà per due settimane anziché una. La partita di Bologna certifica il malessere del Napoli. Possiamo anche chiamarla crisi. E con ogni probabilità il primo ad averlo capito è stato proprio Antonio Conte che ha cominciato ad alzare la voce da qualche settimana. Incomprensibilmente per tanti osservatori. Forse il tecnico del Napoli ha puntato sulla sindrome di accerchiamento per provare a colmare lacune di altro tipo. Ma il campo è sempre sovrano. E dopo l’ingannevole vittoria sull’Inter, e il successo sofferto sul Lecce, è cominciata la fase discendente e preoccupante. Due pareggi senza reti contro Como e Eintracht e oggi la netta sconfitta di Bologna: due a zero e mai pericoloso in avanti. È la terza sconfitta in campionato in appena undici partite (le prime sono state contro Milan e Torino) cui vanno aggiunti i due ko di Champions contro City e Psv.
La crisi c’è ed è preoccupante. Con De Bruyne in campo, il leit-motiv era che con il belga in campo la squadra non era più quella dello scorso anno. Senza il belga, però, fatta eccezione per la vittoria sull’Inter, il Napoli è sprofondato in una crisi di identità. Non è più quello dello scorso anno ma non si sa bene cosa sia. È finito nella terra di mezzo. Si è impantanato, in campo e fuori.
In campo, la squadra è irriconoscibile. Procede a tentoni. A Bologna non è stato in grado di imbastire un’azione pericolosa. Mai. Senza De Bruyne, Hojlund è costretto a fare il Lukaku ma stare lì a sgomitare non è arte sua. E infatti rischia l’espulsione. Politano ed Elmas si agitano, qualcosa smuovono ma siamo all’iniziativa personale. De Bruyne non si sa quando rientrerà. A questo punto, o Conte trova rapidamente la diagnosi e la terapia, oppure saranno dolori. Non resta che impiccarsi all’idealizzazione del rientro di Lukaku. Preoccupate aggrapparsi a quel che non c’è. Oggi ci si è messo anche Milinkovic che ha beccato il primo gol sul proprio palo.
In mezzo, c’è una campagna acquisti che al momento non può che essere definita largamente insufficiente. I fumi dello scudetto spinsero i protagonisti a una frettolosa nuova dichiarazione d’amore. Per la serie, hai voluto la bicicletta? E ora pedali. Vale per Conte ma anche per De Laurentiis. Entrambi stanno dando il meglio di sé fuori dal campo. Conte ha catalizzato su di sé l’attenzione mediatica, forse per evitare che i riflettori si accendessero sulla squadra. Il presidente che continua a ripetere da vent’anni sempre le stesse cose sullo stadio. Abbiamo capito, è un cesso. Altrove in vent’anni avrebbero costruito nuova città.
Forse il punto è questo. Il Napoli è un disco rotto. Non siamo ancora alla tragedia calcistica ma bisogna cominciare a prenderne atto. Anche solo cambiando la puntina. Altrimenti poi i graffi rischiano di lasciare solchi non più colmabili. Il Napoli non sottovaluti la propria malattia. È un attimo ritrovarsi come nel post terzo scudetto. Infine, complimenti al Bologna di Italiano e Sartori. Hanno appena un punto in meno rispetto al Napoli campione d’Italia che è stato raggiunto dal Milan e stasera rischia di essere superato da Inter e Roma.











