I biglietti del mondiale costano un botto (2mila dollari il più economico) e la Fifa fa pure secondary ticketing
Il Guardian impietoso con la politica di Infantino per il Mondiale americano: secondary ticketing sul sito ufficiale e la Fifa prende commissioni da chi compra e da chi vende

Miami 29/06/2025 - FIFA Club World Cup 2025 / Flamengo-Bayern Monaco / foto Imago/Image Sport nella foto: Gianni Infantino ONLY ITALY
È polemica sui prezzi dei biglietti al mondiale americano del 2026 applicati dalla Fifa. Al MetLife Stadium del New Jersey da 82.500 posti, dove i giocatori appaiono come puntini e il pallone è un’eco lontana, il posto più economico costa 2.030 dollari (bombola d’ossigeno non inclusa). La maggior parte dei posti nel settore superiore va dai 2.790 ai 4.210 dollari, secondo i pochi fortunati che sono riusciti a vedere i prezzi tenuti finora segreti. I tanto sbandierati biglietti da 60 dollari sono poco più che miraggi di inclusività. Ne scrive Il Guardian
I biglietti più economici del Mondiale spariti immediatamente
La Fifa aveva mantenuto i prezzi sotto chiave fino all’ultimo momento. Quando per molti è arrivato finalmente l’accesso, i settori a prezzo più basso erano già spariti – presumibilmente inghiottiti da bot e acquirenti all’ingrosso (e questo prima ancora che la Fifa aumentasse di nascosto i prezzi di almeno nove partite dopo un solo giorno di vendita). Secondo la Fifa, si tratta solo di un adattamento alle «norme di mercato» degli Stati Uniti. Come se spennare i tifosi fosse una pratica culturale da rispettare, al pari del divieto di birra ai Mondiali del Qatar. In un certo senso, non hanno torto: il profitto e lo sfruttamento sono da sempre articoli di fede americana in assenza di una religione nazionale. In realtà, ciò che sta prendendo forma assomiglia meno a un festival globale del calcio e più a un laboratorio fintech di tutto ciò che rende l’intrattenimento contemporaneo così estenuante. Questo è il Mondiale reinventato per l’era del monopolio Ticketmaster–Live Nation, dove l’emozione del tifo incontra la speculazione da hedge fund.
La Fifa ha riciclato una operazione di marketing andata male come un diritto di prevendita
La storia è iniziata durante la mania degli Nft del 2022, quando la Fifa lanciò Fifa+ Collect, promettendo ai tifosi una «proprietà accessibile» di momenti digitali del calcio – Pelé che solleva la Coppa nel 1970, la corsa solitaria di Maradona nel 1986, il gol di Mbappé nella finale del 2018 – venduti come oggetti da collezione su blockchain. Quando il mercato crollò (quale sorpresa), la Fifa riciclò il progetto ribattezzando i token come opportunità di biglietteria. Il nuovo schema, dal nome gelidamente aziendale Right to Buy (Rtb), offriva ai sostenitori la possibilità di acquistare Nft che un giorno avrebbero dato loro il diritto di comprare un vero biglietto. Un token Right to Final costa fino a 999 dollari e può essere riscattato solo se la squadra scelta raggiunge la finale.
In caso contrario, resta un inutile jpg. La Fifa ha scoperto come monetizzare l’attesa stessa: un sistema che commercia non in biglietti, ma in Fomo. Quell’illusione si è infranta questa settimana, quando gli amministratori di Fifa Collect hanno rivelato che la grande maggioranza dei possessori di Right to Buy avrebbe avuto diritto solo a biglietti di Categoria 1 e 2 – le più costose della fase iniziale – con cifre ben oltre la portata del tifoso medio. La notizia ha scatenato una rivolta aperta nella comunità Nft: i thread su Discord si sono riempiti di accuse di «truffa» e di un’improvvisa corsa alla rivendita dei token, il cui valore di mercato è crollato.
Su ogni rivendita la Fifa guadagna due commissioni del 15%, dal venditore e dall’acquirente
Ai Mondiali precedenti, la rivendita era limitata al prezzo nominale. Per il 2026, la Fifa ha eliminato quella restrizione e si è inserita direttamente nel secondary ticketing. Sul suo sito ufficiale di rivendita sono già apparsi biglietti da decine di migliaia di dollari, incluso uno da 2.030 dollari per la finale rimesso in vendita il giorno dopo a 25.000. La Fifa guadagna due volte: il 15% di commissione dal venditore e un altro 15% dall’acquirente, intascando 300 dollari per ogni 1.000 scambiati.
I dirigenti sostengono che ciò scoraggerà i bagarini dall’usare siti come StubHub; in pratica, li legittima, come se il modo migliore per sconfiggere i bagarini fosse semplicemente ospitarli. Quando il biglietto sarà finalmente scansionato al tornello il giorno della partita, potrebbe essere stato comprato, rivenduto e riacquistato tre o quattro volte. Ogni passaggio lasciando una percentuale nelle casse della Fifa. Più che un sistema di biglietteria, è uno strumento finanziario – e all’improvviso il target di 3,017 miliardi di dollari di entrate da biglietti e hospitality non sembra più così utopico.
In Messico, invece, i biglietti saranno più economici.