Dove c’è corto muso, c’è scudetto. Il Napoli di Conte ci riconcilia col calcio vero
Vittoria 1-0 a Lecce. Vittoria che sa di tricolore. Gol su punizione di Raspadori. Decisiva la juventinità di Conte che sa gestire questi momenti.

Napoli's Italian forward #81 Giacomo Raspadori celebrates with teammates after scoring during the Italian Serie A football match between Lecce and Napoli at the comunal stadium in Lecce on May 3, 2025. (Photo by CARLO HERMANN / AFP)
Dove c’è corto muso, c’è scudetto. Il, Napoli di Conte ci riconcilia col calcio vero
Il vero calcio è allo stadio Via del Mare. Il calcio con cui siamo cresciuti. Il calcio che ci ricorda che cos’è lo sport. Tensione agonistica. Tensione nervosa perché il traguardo è lì, a tre curve. E non si può giocare futbol bailado. Il Napoli di Conte supera l’ostacolo più insidioso delle ultime quattro giornate. Vince a Lecce 1-0. Di corto muso. È la settima vittoria del Napoli di Conte per 1-0. Così si vincono gli scudetti. Sta pagando con gli interessi l’iniezione di vera juventinità (non farlocca come quella di Giuntoli) nel Napoli attraverso Antonio Conte. Il suo Napoli – facciamo gli scongiuri – sta smentendo con i fatti la leggenda metropolitana autolesionistica secondo cui se il Napoli fosse arrivato a giocarsi lo scudetto punto a punto, avrebbe perso. Anzi la legge dello sconfittismo è: “non ce la fanno vincere”. È questione anche di conoscenza storica. Perché uno scudetto punto a punto e in rimonta nel finale, il Napoli lo ha già vinto. Nel 1990. Quello fu vinto contro il Milan. Questo il Napoli se lo sta giocando con l’altra squadra di Milano. Ma, si sa, il populismo frammisto allo sconfittismo fa sempre breccia nell’animo dei tifosi.
Il Napoli si è portato a più sei quando agli azzurri mancano tre partite e all’Inter quattro.
Il Napoli ha vinto con gol di Raspadori. Che ha giocato perché ancora una volta Conte ha dovuto fronteggiare l’ennesima emergenza. Fuori Neres. Fuori Buongiorno. Fuori Juan Jesus. E allora Rafa Marin in panchina, Olivera centrale e Raspa al fianco di Lukaku.
E Raspa ha segnato, è lui l’uomo scudetto. Ha segnato su punizione calciata al limite dell’area sul palo del portiere Falcone che però non ha visto niente perché McTominay gli ha chiuso la visuale. È superfluo ricordare che la punizione è nata dal solito schema con Lukaku pivot che l’ha appoggiata a Raspadori che ha subito fallo pochi centimetri fuori l’area.
Il Napoli aveva segnato dopo un minuto ma il gol di Lukaku è stato annullato per fuorigioco millimetrico di Romelu. Il fuorigioco millimetri comunque è fuorigioco.
Il Lecce ha provato a reagire ma in realtà oltre la traversa di Gaspar (colpo di testa) non è andato. Gli interisti più che i leccesi hanno protestato per un presunto tocco di braccio di Spinazzola dopo la traversa. I tifosi del Napoli invece hanno lamentato l’assenza di un rigore per fallo su Raspadori nel finale di tempo anche se Raspa aveva già colpito e calciato di poco a lato.
Il secondo tempo è di sofferenza tifosa. In realtà il Lecce tira in porta una sola volta, per di più grazie a una deviazione.
La partita era cominciata con l’omaggio del Napoli al fisioterapista del Lecce Fiorita scomparso la settimana scorsa.