“Querido Fidel”, la storia di un napoletano che costringe la famiglia a vivere nel culto di Fidel
Opera della soggettista, sceneggiatrice e regista originaria di Pompei Viviana Calò, fa morire dalle risate: per i dialoghi scritti bene e per la bravura degli attori
Sarebbe piaciuto a Leonardo Sciascia questo “Querido Fidel” opera della soggettista, sceneggiatrice e regista originaria di Pompei Viviana Calò che si rivela così al grande cinema.
Emidio Tagliavini (Gianfelice Imparato) è un uomo che vive a Napoli nel culto castrista dopo che suo padre ha partecipato alla Rivoluzione contro Fulgensio Batista. Di più: il reduce dalla “M26-7” costringe la sua famiglia, la moglie Elena (Alessandra Borgia) e la nipote Celia (Sonia Scarfato e Marcella Spina) a vivere nel culto di Fidel.
“Il Comandante” – così nel quartiere popolare napoletano è appellato – ha già attentato alla Base Nato e ne ha guadagnato una curatela psichiatrica. Ora vive computando gli aumenti dei prezzi dell’infame regime capitalistico, ma soprattutto li comunica al Comandante maximo con una corrispondenza personale. E rimane fedele anche quando Gorbaciov lascia a piedi Fidel ed il PCI fa la scelta della Bolognina. In realtà l’impostura – come nel Consiglio d’Egitto di Sciascia – è parte della sua vita e la consapevolezza di ciò produrrà un finale inatteso: perché, “che si vive a fare senza un sogno?”.
Il film – prima della parte drammatica – fa morire dalle risate: per i dialoghi scritti bene e per la bravura degli attori: da segnalare anche la presenza nel cast del figlio di Emidio – Ernesto (Marco Mario de Notaris) – e dell’amico di partito Tommaso (Ninì Bruschetta).
Che film come questi abbiano una distribuzione infinitesimale nelle sale deve fare riflettere sui criteri che sono alla base di queste scelte: in questi giorni la pellicola è al “Supercinema” di Natale Montillo di Castellammare di Stabia, anche in omaggio ad Imparato che è stabiese e che con questo film rivela – se ancora ce ne fosse bisogno – la sua perfezione artistica.
Ancora una volta Napoli, d’altro canto, si mostra – dando cittadinanza – luogo in cui anche le scelte più oniricamente contrastate dalla storia possono avere cittadinanza e rispetto. ¡Venceremos!
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