Steven Van Zand: «Sarebbe terribile abbattere San Siro, è come un teatro per la musica»

Il chitarrista della E-Street band al Corsera: «non sopporto quando un posto leggendario e sacro viene distrutto. Si suona sul lato lungo e quindi il fondo della platea è più vicina del solito»

Il chitarrista della E-Street band al Corsera: «non sopporto quando un posto leggendario e sacro viene distrutto. Si suona sul lato lungo e quindi il fondo della platea è più vicina del solito»

Il Corriere della Sera ha intervistato oggi, nella sua casa di New York, Steven Van Zand, 67 anni, conosciuto come Little Steven, chitarrista della E-Street band. Dopo tanti anni di carriera esce in questi giorni «Macca to Mecca», cd e dvd che documenta la magica serata in cui ha suonato al Cavern Club di Liverpool, lì dove erano di casa i Beatles. Un locale che ha segnato un’epoca per il Rock and roll, ma non è il solo anche San Siro è un luogo di culto tanto che il tour per «Letter to You», saltato a causa della pandemia avrebbe avuto quattro date nello stadio

«ho letto che lo vogliono abbattere. Non può accadere, sarebbe terribile. A renderlo diverso anzitutto è la gente, i fan… sono incredibili ovunque ma a Milano un po’ più matti. Ma uno dei motivi per cui è così bello è la sua configurazione: si suona sul lato lungo e quindi il fondo della platea è più vicina del solito. E poi è anche più alto. Tutto questo lo rende più intenso, come se fosse un grande teatro. Se ci sarà un altro posto ci andremo, ma non sopporto quando un posto leggendario e sacro viene distrutto»

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