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Quattro regioni, tra cui la Campania, chiedono al governo di chiudere le scuole

Nell’incontro con i ministri Speranza e Gelmini, i governatori hanno chiesto di far rivalutare al Cts l’impatto della didattica in presenza. La Gelmini frena

Quattro regioni, tra cui la Campania, chiedono al governo di chiudere le scuole

Il ministro della Salute Speranza e quello degli Affari Regionali Gelmini hanno incontrato i governatori delle Regioni prima del varo del nuovo Dpcm. I presidenti hanno chiesto al governo di far valutare al Comitato tecnico scientifico l’impatto della didattica in presenza e di rivedere la classificazione delle fasce di rischio.  Il nuovo Dpcm è previsto per domani ed entrerà in vigore dal prossimo 6 marzo.

Soprattutto il tema della scuola è stato oggetto di scontro con diverse Regioni, tra cui Veneto, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Campania, che hanno chiesto di rivalutare l’opportunità della didattica in presenza prendendo in esame la circolazione di varianti del Covid. Particolarmente critica, scrive Il Foglio, la posizione del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha dichiarato:

«Se vogliamo la scuola aperta in presenza dobbiamo vaccinarla. Non esiste la possibilità delle regioni di legiferare o fare atti amministrativi in materia pandemica, perché è una competenza esclusiva dello Stato. Ciò posto, esiste ancora l’articolo 32 della legge sulla riforma sanitaria, che dà alle Regioni il potere di emettere provvedimenti più restrittivi di quelli del Dpcm. Se i presidenti delle regioni, avendo già in magazzino i vaccini per il personale scolastico e gli insegnanti, continuano a mandarli in presenza prima delle somministrazioni, si espongono a rischi. Qualunque pubblico ministero potrebbe accusarli di star concorrendo in un reato di inosservanza delle misure di sicurezza sul lavoro, agevolando la commissione di un reato grave».

Per il governatore pugliese, dunque, la priorità è vaccinare il personale scolastico entro 20 giorni al massimo.

A frenare sulla chiusura delle scuole è stata la Gelmini, per la quale chiedere la riapertura delle attività economiche e la chiusura degli istituti sarebbe una contraddizione.

 

 

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