Sconcerti: “Ci vorrà l’esercito per un taglio coerente agli stipendi dei calciatori”

Il tetto agli ingaggi, la qualità dei tagli, devono essere concordati a livello europeo. Quando il virus se ne sarà andato, sarà più difficile pensare a investire nel calcio

ronaldo

Ph Carlo Hermann/KontroLab

Mario Sconcerti sulle pagine del Corriere della Sera affronta l’argomento dei tagli agli stipendi dei calciatori. Una soluzione, forse l’unica possibile per salvare alcune società, i tagli dovranno essere concordati a livello europeo, ma appare difficile e complessa attuarli per la stranezza contrattuale dei calciatori, lavoratori praticamente autonomi che vengono trattati come dipendenti a tempo indeterminato.

“Il popolo dei calciatori è vasto e complesso. Difficile chiedere lo stesso taglio per tutti, da Lukaku a Petriccione. Ma anche a Ronaldo e Bonucci. Un’idea potrebbe essere quella di fare tagli per zone d’ingaggio, una specie di scala fiscale. Più basso è l’ingaggio, meno forte è il taglio. Più in alto si va e più si interviene. Ma temo ci vorrebbe l’esercito. L’anomalia classica del calcio, avere liberi professionisti e trattarli come dipendenti a tempo indeterminato a cui si pagano tasse e previdenze, fa sì che non esista una categoria reale”.

Per Sconcerti una soluzione va trovata a livello europeo perché il virus ha toccato tutti, ma alcuni in maniera diversa e non si può correre il rischio che un campionato sia più svantaggiato di un altro

“il problema è comune e deve portare a parametri comuni. Il tetto agli ingaggi, la qualità dei tagli, devono essere concordati a livello europeo. Altrimenti non avranno effetti”

Ed evidenzia il rischio maggiore:

“Quando il virus se ne sarà andato, sarà più difficile pensare a investire nel calcio. Saranno quelli i veri momenti di svalutazione. Infatti una trattativa già conclusa come quella della Roma con Friedkin si è bloccata per nuove valutazioni. Ridimensionare valutazioni e ingaggi, dovunque, non sarà un’eccezione. Sarà un cambio di costume. E andrà gestito con l’Europa”.

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