I magistrati sollevano dubbi anche sulle modalità di rimborso agli sfollati e sulla violazione della convenzione da parte del governo. Il caso passa ora alla Consulta

Il Tar Liguria ha stabilito che estromettere Autostrade dalla ricostruzione del Ponte Morandi possa essere stata una decisione illegittima dal punto di vista costituzionale. Il tribunale ha così trasmesso il ricorso di Aspi alla Consulta. Sgretolando, in un attimo, il decreto Genova.
In 55 pagine di ordinanza il Tar dichiara che la convenzione è stata violata ai danni di Aspi e solleva anche dubbi sulla procedura con cui fu scelta la cordata Fincantieri invece che quella che aveva a capo Cimolai ed era basata sul progetto dell’architetto Calatrava. Il progetto di Autostrade, infatti, come sollevato dalla società nel suo ricorso, era più economico.
Ma non finisce qui. I giudici criticano anche i criteri con cui il commissario Bucci ha usato i soldi di Autostrade per rimborsare proprietari e residenti di case nella zona rossa.
Fra i vari motivi che hanno convinto i giudici del Tar dell’esistenza di un possibile illegittimità costituzionale, i termini con cui nel decreto legge Autostrade viene data per scontata la responsabilità di
Aspi, pur in assenza di una sentenza penale. Per i giudici è stato violato “il principio di separazione dei poteri legislativo e giudiziario”. Il governo ha esercitato, in pratica, “un potere che non gli competeva”.
Per il Tar, e questo è il punto più importante dell’ordinanza, scrive Repubblica Genova, il governo ha alterato la convenzione con Autostrade, che attribuisce al concessionario il diritto-obbligo
“di provvedere a manutenzioni e ripristini e anche inadempienze o ritardi non diventano automaticamente cause di revoca”.
Il caso è passato ora alla Consulta. La pronuncia non arriverà prima di un anno, quando il nuovo viadotto sul Polcevera sarà probabilmente già completato.
Resta però aperta la partita della revoca della concessione.