Il Napoli ha finito la benzina anche in campionato: le sconfitte sono quattro in 15 partite (sono tante)
L'Udinese ha vinto 1-0 (due gol annullati e una traversa), ha surclassato il Napoli nel secondo tempo. Azzurri senza energie, meglio andare a riposarsi in Supercoppa, brand permettendo

Ar Udine 14/12/2025 - campionato di calcio serie A / Udinese-Napoli / foto Andrea Rigano/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Il Napoli ha finito la benzina anche in campionato: le sconfitte sono quattro in 15 partite (sono tante)
Il Napoli ha finito la benzina anche in campionato. Una squadra con l’anima in riserva e il cuore che non parte, per dirla alla De Gregori. Ed effettivamente non c’è niente da capire. O ne hai o non ne hai. E il Napoli non ne ha. Non ne ha avuta allo stadio Friuli. Soprattutto nella ripresa gli uomini di Conte sono stati schiantati dall’Udinese che è dovuta ricorrere alle formule da supermercato per andare in vantaggio. Ne ha dovuti segnare tre per vedersene convalidare uno. E alla fine il gol buono è stato quello di Ekkelenkamp che evidentemente ha il dente avvelenato col Napoli. Segnò anche lo scorso anno, al Maradona, con un tiro bislacco. Oggi ha segnato da fuori area con un tiro che ha ricordato vagamente (vagamente) uno dei due subito da Zoff (friulano) contro l’Olanda nel 1978. La preistoria che ritorna. Tiro imparabile. Gli altri due li avevano segnato Davis (in millimetrico fuorigioco) e Zaniolo con un tiro finito sotto la pancia di Milinkovic. Ma in precedenza c’era stato un pestone ai di Lobotka. Si tratta di episodi. Questa è la cronaca. Il fatto è che per tutto il secondo tempo il Napoli è sembrato un pugile suonato alle corde, ripetutamente colpito dall’Udinese, incapace di riguadagnare il centro del ring. Senza abusare del termine meritato, diciamo che la sconfitta è stata fotografata da quel che è accaduto sul terreno di gioco.
Non è una questione di uomini ma di energie. Perché lo sport è anche e soprattutto condizione atletica. Il Napoli evidentemente non ha recuperato dal trittico di vittorie contro Atalanta, Roma e Juventus. Poi sono arrivate due sconfitte contro le non irresistibili Benfica e Udinese. Questa è la quarta sconfitta del Napoli in campionato. In appena quindici partite. Siamo quasi a una partita su tre. Sono tante (sconfitte con Torino, Milan, Udinese, Bologna). Ovviamente la squadra di Conte è ancora lassù. Per ora un punto sotto al Milan (ha avuto ragione Allegri a dire che col Sassuolo è stato un punto guadagnato e due punti persi) ma stasera c’è Genoa-Inter e gli azzurri potrebbero ritrovarsi terzi a due punti dalla Chivu band.
Della partita cosa possiamo dire? Il Napoli ha creato una sola azione pericolosa, in avvio. Con Hojlund che è parso la controfigura di Lukaku e ha appoggiato il pallone per il Frecciarossa Spinazzola che è andato via sulla sinistra, ha messo al centro e Lang è stato anticipato d’un soffio dall’ottimo Bertola. Altre azioni pericolose non ne ricordiamo. Un minimo di eccitazione a inizio ripresa per McTominay che se n’è bevuti due a metà campo prima di accovacciarsi per un problema non specificato. Lo scozzese poi ha ripreso a giocare.
Il resto è stato un monologo della squadra di Runjaic che non solo ha segnatoi tre gol (due annullati) ma ha colpito anche una traversa con Piotrowski (sullo 0-0). Qui è stato bravissimo il portiere serbo che con la manona ha deviato il pallone in faccia alla traversa. Decisamente meno bravo Milinkovic Savic sui due gol annullati. Ha sbagliato la respinta sul primo gol, ha respinto il pallone centralmente sui piedi di Davis. E poi sul secondo si è fatto infilare sotto la pancia da Zaniolo.
Conte nella ripresa ha anche provato a fare qualcosa. Ha fatto entrare Lobotka e Politano. Ma non è cambiato niente, anzi. Il Napoli ha subito il gol. Nel finale, palo colpito da Lucca (anche lui spedito in campo dal tecnico salentino).
Ora il Napoli andrà in Arabia Saudita a giocare la Supercoppa che è cara a De Laurentiis per questioni di brand. Ma il brand, si sa, è per i bilanci gli addetti ai lavori, per gli imprenditori. Al Napoli quest’anno resta lo scudetto. Dovrà recuperare energie e ripartire. Tempo ce n’è, anche perché davanti nessuno va a tutta. Ma quattro sconfitte in quindici partite stanno a ricordare che il Napoli non potrà permettersi tanti altri passi falsi.











