Sarri: «La Nazionale? Con tutti i problemi che stiamo affrontando, non me ne può fregare di meno»
Ai canali della Lazio: «Siamo in difficoltà, è palese. Dopo il Torino c'è stato un momento di forte giramento. Non posso essere solo io quello che deve avere pazienza»

Dc Roma 31/08/2025 - campionato di calcio serie A / Lazio-Hellas Verona / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri
Maurizio Sarri è intervenuto questo pomeriggio ai canali ufficiali della Lazio, per parlare del momento complicato in casa biancoceleste tra infortuni e mercato bloccato.
Le parole di Sarri
«Dopo il Torino c’è stato un momento di forte giramento, a volte non mi va molto di parlare. Bisogna essere razionali e avere idea di cosa c’è successo, di cosa stiamo affrontando. C’è da essere realisti e capire il momento. L’aspetto positivo è il carattere perché abbiamo recuperato una partita su una palla morta in una situazione difficile. Quando ti mancano 8-9 calciatori è complicato ma non voglio alibi. Tutte le squadre si sono rinforzate in estate, soprattutto quelle di medio livello e noi no. Così è difficile, ci sono giocatori che non hanno mai giocato così come Vecino. Rovella ha fatto solo una partita, Lazzari idem. Isaksen non ne parliamo, ora si è fatto male pure Zaccagni. Ho chiesto a loro di non avere alibi e lottare, l’abbiamo fatto nelle ultime partite. Io vedo una squadra che lotta. C’è da applaudire Basic, non ha mai giocato per un anno e mezzo e ha fatto due partite di buon livello».
Sulle prestazioni
«La migliore per me è stata quella con la Roma. C’è stata un’arrabbiatura feroce dopo la sconfitta, hanno lottato al meglio. Anche io credo che meritavamo qualche punto in più. Il nostro obiettivo ora è continuare a fare buone prestazioni nel medio-lungo periodo. Dobbiamo avere tutti coscienza delle difficoltà che sono palesi, non posso essere solo io quello che deve avere pazienza. Lo sapevo da inizio campionato che sarebbe stata complicata, il Torino vale la nostra rosa per qualità tecniche».
Sulla sua prima esperienza
«Le situazioni sono completamente diverse. Lì c’erano alcune individualità come Milinkovic-Savic. La sua cessione, unito all’ingresso in Champions ci avrebbero permesso di fare un salto di qualità che non c’è stato, la delusione è stata lì. Qui non ci sono delusioni, c’era solo l’illusione di poter fare cose diverse con premesse diverse. Io prediligo il palleggio ma questa è una squadra che vive di accelerazioni e deve aggredire gli spazi in velocità. Lo stiamo facendo abbastanza bene per ora. Bisogna trovare però equilibrio, è inutile proporre gioco se poi ne subisci 2-3 a partita. Servono soluzioni diverse, i giocatori a disposizione ci costringerà a cambiare modulo se non ci saranno alcuni rientri».
Sugli infortunati
«Lazzari è tornato, Marusic ha oggi dei controlli. Per Pellegrini vediamo. Per Rovella ci vorrà più tempo. Dele-Bashiru è sicuramente fuori mentre Vecino è un enigma. Isaksen viene da una malattia e deve migliorare fisicamente, Zaccagni dobbiamo valutarlo. Arriveremo a due giorni dalla partita senza sapere che modulo potremo avere».
Sulla crescita dei giocatori
«Sta crescendo di suo rispetto a due anni fa, ha più consapevolezza nei propri mezzi. Un ragazzo molto più maturo e convinto. Il meglio lo dà nell’accelerazione, stiamo cercando di esaltarlo. Per come vedo il calcio purtroppo abbiamo tanti giocatori istintivi, questo ci dà problemi per diventare squadra. In 50 anni di calcio ho visto solo 3-4 giocatori vincere le partite da soli, uno di questo era Maradona. Se non lo hai fai fatica a vincere le partite senza una grande squadra-. Noslin? Difficile inquadrarlo, può fare l’esterno ma non è un esterno. Idem sulla trequarti o in attacco. Ha dei numeri e qualità, può darci una mano ma ha una difficile collocazione tattica».
Sulla difesa e Milan-Como in Australia
«L’interpretazione difensiva contro il Torino non mi è piaciuta, sembravamo una squadra con quattro attaccanti, un 4-2-4. Ci serve più equilibrio nel modulo. L’ambiente? Io sono un animale da strada, non so che scrivono o che commenti fanno sui social. Sono uno che vive le sensazioni della strada, e i tifosi che ho incontrato stanno capendo le nostre difficoltà. Le mie trecento panchine in Serie A? Sono troppe. Queste statistiche non mi interessano, pensiamo alla prossima e via. Milan – Como in Australia? Ha ragione Rabiot, gli possono rispondere quanto vogliono. Tirare in ballo l’aspetto economico è stato brutto, è stata una brutta risposta. Lui è un ragazzo stupendo, è uno di quelli che va dentro a combattere. Se non ci fossero i giocatori, la Lega non avrebbe soldi».
Su Atalanta e tempo effettivo
«La Dea è molto in linea, cambia nei dettagli da Gasperini a Juric. Non ci sono stati grossi cambiamenti, è una squadra fortissima con un parco attaccanti di grande qualità. Tempo effettivo? In Italia c’è un modo di giocare molto fisico, certi tipi di contatto non sono fischiati a volte. Nel derby c’è stato un giocatore degli avversari che ha fatto cinque falli in dieci minuti. Erano falli normali, ma tutti contro il gioco del calcio. Io arbitro, al terzo devo ammonire. Aumentare i recuperi? Quest’anno stiamo giocando con un tempo effettivo minore rispetto agli anni scorsi, bisogna fare qualcosa o a livello di conduzione arbitrale o di tempo effettivo».
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Sulla Nazionale
«Con tutti i problemi che sto affrontando in questo momento, non me ne può fregare di meno. Ci sarà sempre una generazione più forte e meno forte. La domanda che mi faccio io è: cosa facciamo noi per far arrivare pronti i nostri giovani? Abbiamo un campionato Primavera che si gioca in stadi indecenti, con 150 spettatori. Se la domenica poi uno di questi ragazzi deve andare in campo all’Ollimpico con 50mila spettatori, è chiaro che non è pronto. Non mi piace la soluzione delle squadre B, va contro il nostro campanilismo calcistico. Uno di Foggia vuole giocare contro il Bari, non contro l’Atalanta U23. È la morte del calcio di Serie C. Sarà una stagione di alti e bassi, chi non l’aveva previsto era un folle. Se c’è margine di trovare una strada? Ora prima di tutto ritroviamo i giocatori che abbiamo fuori e vediamo a che punto siamo. Poi cerchiamo di innescare una strada. Il fatto che fosse un anno difficile l’avevo detto. Dobbiamo avere tutti pazienza, io inaspettatamente l’ho trovata».