Napoli-Inter 3-1, pagelle: Anguissa e McTominay, il ritorno dei due bronzi di Riace della terra di mezzo

I due tornano esplosivi dopo l'uscita di De Bruyne, questo sarà il dibattito. Un voto (8) lo merita anche Chivu che dopo la sfuriata di Marotta dice: «In Italia si piange troppo»

Pagelle

Napoli's Cameroonian midfielder #99 Andre-Frank Anguissa celebrates with Napoli's Italian coach Antonio Conte after scoring during the Italian Serie A football match between Napoli and Inter Milan at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on October 25, 2025. (Photo by Carlo Hermann / AFP)

Le pagelle di Napoli-Inter 3-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MILINKOVIC-SAVIC. Impietositi dalle sei pappine di Eindhoven, stasera i santi protettori di ogni portiere, San Palo e Santa Traversa, stendono mani benedicenti sul cranio pelato di Zio Vanja. E chest’è! – 6

DI LORENZO. Evviva i rigorini, ammesso che sia così. Il Capitano dei Due Scudetti, stasera possiamo tornare a chiamarlo così, fa un doppio colpo da fuoriclasse: lucra un rigore e l’autore del fallo, l’armeno tutto consonanti, si fa pure male e deve uscire. Per il resto, la dialettica di destra con l’inseparabile Na-Politano è di nuovo guizzante – 6,5

JUAN JESUS. Stasera il Napule ritrova se stesso nel primigenio contismo prudente e forte nella cabeza e Giovannino Gesù è il conducator indiscusso della difesa lì a destra, uno dei vari capolavori del rivoluzionario in panca, come abbiamo già scritto settimane fa. Certo, il biscione nerazzurro nel primo tempo è viscido e pericoloso assai, ma alla fine gli azzurri ne escono indenni e noi possiamo chiederci: chi è Bonny? – 7

BUONGIORNO. Che malaciorta il Corazziere Sabaudo! Martedì l’autogol, stasera quel braccio fedifrago che fa pareggiare il conto dei rigori: per fortuna è solo un dettaglio in una partita in cui gli internazionali riescono a fare gol solo dal dischetto – 7

BEUKEMA dall’89’. Conte ha tentennato fino all’ultimo prima di metterlo – senza voto

SPINAZZOLA. Nel rutilante interismo del primo tempo accade pure che Barella gli scippi la pelota per darla allo zoticone argentino lì davanti (l’unica parata di Zio Vanja), indi Zio Spina riapre le ali quando esce King Kevin e nel secondo tempo ricama la parabola vincente per il due a zero di Scott il Rosso – 7

GUTIERREZ dall’89’. Il Michelone ispanico perde una palla facile nel recupero ma è un peccato veniale – senza voto

GILMOUR. La dedizione e la fatica sono massime, visti anche i chilometri percorsi (oltre tredici), primo in assoluto. Epperò nel primo tempo Billy the Kid tartaglia parecchio nell’impostazione dal basso e costringe King Kevin a retrocedere. La prima occasione potenziale degli azzurri è la sua ma il tiro, da posizione buonissima, è una fetecchia. Nel secondo tempo, il rinsavimento di Zambo e Scott il Rosso porta dei benefici anche a lui – 6

POLITANO. Al 4’ principia col solito cross a vuoto e poi subisce anche l’onta di un tunnel dello zoticone di cui sopra. Stasera è una sorta di diesel che migliora minuto dopo minuto e la ritrovata dialettica con il Capitano dei Due Scudetti è anche merito di questo Napule più fluido e prudente, che non concentra solo lì a destra il peso opprimente e scontato dell’offesa sfiancando nei nervi e nelle gambe il faticatore Na-Politano – 6,5

ELMAS dall’81’. Senza voto

ANGUISSA. L’uscita di King Kevin stappa sia lui sia Scott il Rosso. L’acme è il magnifico gol di sinistro del tre a uno, dopo aver sfondato mezza difesa nerazzurra. Indi, tutto quello che tocca diventa oro. Nel post-partita Zambo fa poi una grande professione di fede contiana: “Oggi non è il sistema che ha fatto la differenza ma l’atteggiamento” – 8

DE BRUYNE. Segna il terzo rigore consecutivo e non è poco rispetto all’altalenante tradizione azzurra. Segna e per farlo sacrifica la sua gamba destra. La sua uscita obbligata apre praterie inesplorate ai nostri due bronzi di Riace della terra di mezzo: da stasera sarà questo il tema dominante del dibattito post-Inter – 6,5

OLIVERA dal 36’. Mati l’Uruguagio stavolta non entra svagato, anche se Dumfries lo sovrasta con quel colpo di testa sul palo. Detto questo, con Zio Spina spostato più avanti, lui può dedicarsi alla difesa con profitto – 6

McTOMINAY. Detto degli effetti collaterali dell’uscita di King Kevin, c’è da dire che la mobilità del profeta David lì davanti fa bene soprattutto a lui. Eppoi. Eppoi un gol che fa stropicciare gli occhi per la meraviglia. Post scriptum: bravo anche ad arretrare e contrastare – 8

NERES. L’incubo di Acerbi, l’interista che stasera ritrova faccia a faccia il “negro” Juan Jesus. Il profeta David gli fa girare la cabeza ed è l’unico Neres-azzurro a vincere stasera, artefice finanche dell’assist che lancia Zambo a rete – 7,5

LANG dall’81’. Lui e il profeta David facevano parte del cosiddetto partito dei nuovi scontenti. Stasera gioca per 15 minuti e non è mai egoista, per dirla contianamente – 6

CONTE. Se Dio creò il mondo in sette giorni, poteva mai Conte fare il contrario e distruggere tutto in una settimana? La sua invettiva biblica è il preludio al bellicismo contiano che sembrava smarrito martedì sera nel feroce sfogo realista, meglio nichilista in Olanda. Stasera il repertorio con l’elmetto è completo, per la nostra gioia di tifosi: “sputare sangue” e “duri a morire”, i due refrain della palpitante vitalità esibita contro “la squadra più forte d’Italia”, laddove lo stesso Conte ci tiene a dire di “aver riportato lo scudetto dopo nove anni di dominio juventino e instradato questi ragazzi”, e non senza una stoccata all’Inzaghi fuggito in Arabia: “In questi anni poteva fare di più”. Ma torniamo al Napule: il rivoluzionario in panca ritorna sulla questione dei vecchi e dei nuovi – indizio che il casino nello spogliatoio era importante – e pronuncia parole definitive, “Io non mi giro”, sui nuovi che invece volevano girarsi e ora sono contriti e instradati anche loro sulla strada della redenzione. La vittoria di stasera ha un sapore antico e nuovo allo stesso tempo (Neres centravanti) e giova ricordare il precedente dell’anno scorso, quando il gol dell’uno a uno di Billing all’87’ diede la consapevolezza a Conte e ai giocatori di poter vincere il Quarto. Certo, allora era l’ottava di ritorno e stasera invece era solo l’ottava di andata, ma stasera i punti sono tre e non uno, contro l’avversario più difficile che poteva capitare dopo il tracollo con il Psv, seguito alla sconfitta col modesto Toro. Conte e il Napule non sono solo vivissimi, ma hanno pure sette vite. Non muoiono mai.
Post scriptum. Stasera l’irrefrenabile Conte ha pure introdotto la questione di quando “non ci sarò più”. Ovvio che accadrà. Ma ora c’è ancora ed è di nuovo in testa alla classifica, al primo posto – 8

ARBITRO MARIANI. Non è lui a vedere i due rigori e manca pure un’ammonizione allo spaccone argentino – 4

CHIVU. Ha detto: “In Italia si piange troppo”. Un manifesto da sottoscrivere, arrivato dopo la protesta marottiana. Un vero signore. Chapeau – 8

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