Gli allibratori proposero a Fagioli “Fatti ammonire per pagare i debiti di gioco” (La Stampa)
La piattaforma è finita al centro di un’indagine. Due arresti, 13 indagati per associazione a delinquere, frode sportiva e autoriciclaggio.

Db Torino 14/05/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Nicolo’ Fagioli
La Stampa riporta oggi le dichiarazioni rilasciate a settembre 2023 da Nicolò Fagioli alla pm Pedrotta e agli uomini della Sisco della Questura, sul suo piano di rientro per i debiti accumulati con le scommesse.
«In un locale era presente un signore di 30-40 anni che non si è presentato e mi ha proposto – come alternativa al saldo del debito – che potevo prendere un giallo, ovvero fare un fallo da ammonizione e prendere un cartellino, ma ho immediatamente interrotto il discorso».
Fagioli, all’epoca alla Juventus, si è rifiutato:
«È vero che esistono le scommesse sui falli e sulle ammonizioni e che a me è stato proposto ma assolutamente non ho accettato perché contrario alla mia etica. Comunque sarei stato scoperto subito, perché esistono dei controlli e delle segnalazioni rispetto ai picchi delle scommesse».
Leggi anche: Fagioli minacciato dai creditori: «Non fare il furbo: c’ho gli screen che te giochi i falli laterali»
La piattaforma è finita al centro di un’indagine. Due arresti, 13 indagati per associazione a delinquere, frode sportiva e autoriciclaggio. Tra gli scommettitori su cui la procura ha aperto un procedimento c’è Nicolò Pirlo, figlio di Andrea. Il fascicolo è stralciato, finirà con una multa.
“L’organizzazione effettivamente era a un altro livello: concedeva addirittura dei fidi ai giocatori, sotto forma di somme virtuali di denaro, anche per centinaia di migliaia di euro. Ogni settimana, lo scommettitore doveva poi provvedere a saldare il debito, consegnando il denaro materialmente o tramite carte prepagate. Le comunicazioni avvenivano su chat criptate e i fruitori utilizzavano nickname, così da eludere le indagini. Per accedere ai siti c’erano appositi link e credenziali fornite dai gestori. Un sistema che violava anche le norme fiscali e antiriciclaggio”.