Dove scappare dopo la rapina al Louvre? Allo stadio: lì, sono stati arrestati quattro sospettati (So Foot)
Volevano confondersi tra la folla, ma il piano non ha funzionato. Il giornale francese ricorda il rapporto tra i criminali (anche Bin Laden e Karazdic) e gli stadi

(FILES) People queue in the Louvre pyramid courtyard moments before the announcement the museum will remain closed for a second day running after thieves stole crown jewels from the museum in Paris a day earlier, in Paris on October 20, 2025. French authorities have detained two men in connection to the recent theft of precious jewellery from the world-famous Louvre museum in Paris, two sources close to the case said on October 26, 2025, confirming local media reports. (Photo by JULIEN DE ROSA / AFP)
Sette minuti, un montacarichi e due scooter: così una banda travestita da operai ha messo a segno un colpo clamoroso al Louvre, rubando i gioielli della Corona di Francia sotto gli occhi dei visitatori. Un’azione rapidissima che riaccende il dibattito sulla sicurezza dei musei francesi, già messa alla prova in passato.
Quattro individui sospettati sono stati arrestati nella fila allo stadio Jean-Bouin (del Paris Fc e dello Psg femminile), prima dell’inizio di Paris Fc–Lione. Andare in un luogo affollato non si è rivelata la mossa più astuta per i ladri.
So Foot pubblica una guida ironica per aspiranti ladri, suggerendo dove colpire e come nascondersi… a tema calcio.
Nelle corsie dello stadio Jean-Bouin: 3/10
Un nascondiglio da evitare se siete ladri agorafobici, ma altrimenti eccellente. Fino a mercoledì almeno, dieci giorni esatti dopo il colpo al Louvre. A margine della partita Paris FC-Lione, quattro persone sospettate di essere legate al furto al museo sono state arrestate mentre erano in fila per entrare allo stadio.
Corruzione, cospirazione, traffico di influenze… La zona Vip del Parco dei Principi è una vera e propria tana di serpenti, quindi tanto vale sistemarsi lì indisturbati. L’unico inconveniente è la visibilità che offre e il futuro video che sarà visto dai 635.000 abbonati di Pure People . Per andarci in incognito, affidatevi a un impiegato.
(…) Gli stadi hanno il vantaggio di offrire calcio a tutte le ore e per tutte le età, senza riconoscimento facciale, biglietti nominativi o posti assegnati.
So Foot fa una serie di esempi:
La storia racconta che un certo Osama Bin Laden vi avrebbe trascorso qualche poneriggio. Nel suo libro “Behind the Mask of the Terror”, Adam Robinson scrive che il terrorista si era affezionato all’Arsenal all’inizio degli anni ’90. Il “barbuto” avrebbe apprezzato l’atmosfera di Highbury durante la stagione 1993-1994 e la vittoria dei Gunners in Coppa delle Coppe. Si dice persino che avesse comprato una maglia e una coperta con il volto di Nigel Winterburn.
Nelle curve italiane
Prima di diventare il capo militare dei serbi di Bosnia, Radovan Karadžić è stato psichiatra della Stella Rossa di Belgrado e del Fk Sarajevo. Tra i suoi pazienti figuravano Faruk Hadžibegić e Predrag Pašić. Non si sa se la sua esperienza nello stadio abbia contribuito al suo futuro “passaggio all’azione”, ma l’ex presidente della Repubblica Serba di Bosnia si è poi reso colpevole di pulizia etnica, causando circa 100.000 morti e costringendo oltre due milioni di persone a fuggire. Durante la sua latitanza, il “Macellaio dei Balcani” tornò ad appassionarsi al calcio.
Gigi Riva (il giornalista, ndr), ne L’ultimo rigore, scrive:
«Mentre era ricercato come criminale di guerra (tredici anni di fuga prima della cattura, ndr), andava spesso in Italia ad assistere alle partite in cui giocavano due calciatori serbi, Siniša Mihajlović e Dejan Stanković, fino a diventare tifoso della Lazio e dell’Inter, dove loro militavano: anonimo tra migliaia di spettatori.»
È stato condannato all’ergastolo per genocidio e crimini contro l’umanità, tra cui il massacro di Srebrenica.











