Il Napoli e De Bruyne non si piacciono. Conte non potrà aspettarlo in eterno

Kevin ha commesso un errore fatale: pensare che la Napoli che vive il calcio, fosse la stessa Napoli che lo ha accolto tante volte come turista

De Bruyne

Dc Napoli 30/08/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Michael Folorunsho-Kevin de Bruyne

Il Napoli e De Bruyne non si piacciono. Conte non potrà aspettarlo in eterno

Chi l’avrebbe mai detto. Eppure è quello che sta succedendo. Il Napoli e Kevin De Bruyne non si piacciono. Non sembrano fatti per stare insieme. Operazione nata sotto i migliori auspici (con Max Allegri), finita per essere avallata da Conte, si sta rivelando un boomerang. Sì il Napoli sembra aver trovato un rigorista freddo e glaciale, ma per il resto essere costretti a mettere insieme tutti i centrocampisti validi in rosa, ha snaturato il Napoli che nel finale di stagione aveva trovato un equilibrio tale da arrivare primo in campionato. Il re nudo lo ha visto anche Hernanes che negli studi di Dazn ha stroncato il belga definendolo “disturbo”. L’ex centrocampista brasiliano, dopo la doverosa premessa, viatico per iniziare una critica, ovvero che Kdb sia uno dei migliori centrocampisti al mondo, ha sintetizzato con la parola “disturbo” le forzature tattiche di Conte per poter far giocare il centrocampista belga. Insomma al momento “De Ruine” appare per quello che è: un problema. Soprattutto per Conte che ha mal digerito la piazzata del belga sul cambio. Il paradosso è che nel caso di specie avesse ragione il belga. Toglierlo alla fine della prima frazione, dopo una prestazione francamente imbarazzante avrebbe avuto senso. Non lo aveva più dopo il 2-1 quando il belga ha dato segni di vitalità. Conte è andato per la sua strada, che ieri sera è stata quella della sconfitta. Sconfitta bruciante, ma soprattutto una sconfitta bruciante da parte di chi per il Napoli sembra un’occasione persa: Max Allegri.

Ad oggi, rammentando le sei partite ufficiali disputate, si può dire che il contributo del belga sia più tangibile quando si gioca fuori casa. Al San Paolo le squadre sono in assetto di guerra, fanno tanta densità nelle zolle di pertinenza di De Bruyne, le linee sono molto più intasate, le squadre infinitamente più basse e coperte, con queste premesse la lentezza del suo gioco e il pensiero moviolistico risaltano, mettendone a nudo le difficoltà. Tanto è vero che l’unico incontro in cui sia avuto un tangibile apporto da De Bruyne è stato contro la derelitta Fiorentina di Stefano Pioli. In casa contro Cagliari e Pisa, non certo due corazzate, De Bruyne ha fatto moltissima fatica. Sempre molto ispido nella comunicazione dei movimenti sbagliati ai propri compagni. Sempre lui in ritardo. Quello in affanno più di tutti. Ricordiamo che proprio con Cagliari e Pisa ha rischiato grosso. Meritava l’espulsione contro i sardi per uno step-on foot su Prati, ed è poi stato graziato dall’ormai amico del Napoli (Mazzoleni) nell’annullamento del rigore per un fallo, sempre con con la stessa dinamica di gioco: intervento in ritardo su Leris che non commette fallo di mano. Due spie, belle rosse come lui, che forse ci dicono che la sua titolarità indiscussa sia da mettere in discussione. Al momento non è fisicamente in grado di essere un elemento di supporto alla squadra. Tutt’altro. Per questo ritornano alle mente le perplessità di Dimaro e Castel Di Sangro quando apparve con una forma fisica rotondetta. Perplessità che tutt’ora non sono state dipanate. Con il Milan infine, nonostante il vantaggio di sei anni di età, è stato stridente l’apporto di Modric rispetto al belga. Non solo la mera prestazione. Ma è stata abbacinante la voglia mostrata dal campione croato, rispetto allo stanco trotterellare di De Bruyne che meritava di rimanere negli spogliatoi a fine primo tempo.

Mettendo insieme i pezzi, l’avventura napoletana del belga è iniziata male. La comunicazione con i compagni in campo è da Marchese del Grillo: io so io e voi non siete…, la sostituzione di ieri sera lascerà certamente più di qualche scoria negativa nel rapporto tra lui e il tecnico. Kevin probabilmente ha commesso un errore fatale: pensare che la Napoli che vive il calcio, fosse la stessa Napoli che lo ha accolto tante volte come turista. Nulla di più distante. Nulla di più sbagliato. Lasciano molto perplessi certi suoi aspetti caratteriali che mal si conciliano con lo spirito di squadra forgiato da Antonio Conte. Il tecnico faccia un telefonata a Marcello Lippi, il numero dovrebbe averlo. Gli chieda di quando dalla sera alla mattina mise fuori dal suo Napoli gli stanchi Nela, Policano e Francini, mettendo dentro la giovane vitalità di Pecchia, Gambaro e Cannavaro, salvando la propria panchina. Conte certamente non è sulla graticola, ma un segnale forte agli uomini che lo hanno seguito lo scorso anno, fino all’inimmaginabile, glielo deve.

E se De Bruyne deve essere il sacrificio per un Napoli più forte e più squadra, si proceda senza tanti complimenti.

 

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