Ormai con la pioggia la F1 non si corre quasi più. A cosa servono gli pneumatici da bagnato? (Guardian)
E' ormai chiaro a tutti: piloti e tifosi vogliono le gare sotto la pioggia, perché livellano lo svantaggio meccanico e aerodinamico e il pilota conta moltissimo

McLaren's British driver Lando Norris leads ahead of McLaren's Australian driver Oscar Piastri during the Formula One Belgian Grand Prix at the Spa-Francorchamps circuit in Spa, on July 27, 2025. (Photo by Dimitar DILKOFF / AFP)
La polemica è esattamente questa: la Formula 1 senza pericolo è noiosa. L’abbiamo scritto e ci torna sul Guardian Giles Richards. Che ricorda che anche nel 2021 la gara si chiuse “in farsa: tutti i giri tranne due completati dietro la safety car, nel diluvio”.
“La pioggia non era il vero problema. Gli spruzzi d’acqua di queste auto a effetto suolo sono enormi. Il regolamento è stato progettato per migliorare i sorpassi incanalando verso l’alto l’aria sporca che si crea nella loro scia. Ma garantisce anche che, sul bagnato, l’acqua venga incanalata e lanciata verticalmente con una forza enorme. Questa spettacolare colonna di liquido si riversa poi su tutte le vetture che seguono, riducendo drasticamente la visibilità. Questo era il problema di domenica, non la capacità degli pneumatici di affrontare la pista bagnata. In effetti, ultimamente è quasi sempre la visibilità, non l’aderenza, a impedire la gara, il che suggerisce che gli pneumatici da bagnato estremo sono ormai praticamente inutili. Se mai venissero utilizzati, le condizioni sarebbero tali che la gara non inizierebbe sicuramente a causa dei problemi di visibilità”.
Spa è un circuito molto impegnativo. A parte la sua eredità storica nella vecchia configurazione, che è costata la vita a così tanti piloti, è ancora un test formidabile e spietato, scrive il Guardian. Negli ultimi anni, sia Anthoine Hubert nel 2019, che Dilano van’t Hoff, nel 2023, ci hanno rimesso la pelle.
“Il problema che ha evidenziato per la F1 è che molti piloti e tifosi vogliono vedere le gare sotto la pioggia. È un ottimo livellamento, dove il vantaggio meccanico e aerodinamico viene annullato e la sensazione di contatto e il tocco di un pilota contano moltissimo. La decisione della Fia a Spa sembra quella giusta, per peccare di sicurezza, ma mentre lo sport si avvia verso i nuovi regolamenti per il 2026, è stata un promemoria del fatto che potrebbe cercare di trovare un modo per consentire la competizione che tutti desiderano vedere, anche quando il cielo si apre”.